Ho trovato un gatto abbandonato: cosa fare?
In questo articolo ci occuperemo di un’evenienza che a qualcuno è capitata nel corso della vita. Quella di trovare un gatto abbandonato, magari malato e denutrito, e non hanno saputo come comportarsi. Infatti, che cosa bisogna fare in questi casi?
I problemi sono di doppia natura, la prima è ovviamente sanitaria perché il gatto sta male, la seconda è economica e legale, perché generalmente una persona che trova un gatto malato non si può permettere di pagare le cure e di mantenere il gattino.
È una situazione un po’ spinosa, e molto particolare; in questo articolo cercheremo di saperne di più.
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Trovare un gatto abbandonato: le prime cure
Se ho trovato un gatto abbandonato, la prima cosa da fare è quella di chiedersi perché è stato abbandonato. Se è un gatto adulto, magari i padroni non lo volevano più, ma fortunatamente i gatti sono abbastanza in gamba nel procurarsi il cibo, anche con mezzi poco consoni (girano tre giorni intorno a una casa finché qualcuno per dispiacere non gli da da mangiare).
In questo articolo ti ho parlato di come soccorrere un gatto ferito.
Il problema, invece, arriva con un gattino piccolo: se un gatto viene abbandonato dalla madre, significa generalmente che è malformato oppure è malato.
Potrebbe avere delle malattie infettive o potrebbe avere semplicemente la febbre molto alta; in ogni caso, se vogliamo, possiamo portarlo a casa nostra e metterlo a contatto con una borsa dell’acqua calda, per alzargli la temperatura corporea.
Bisogna fornire acqua e bisogna anche dargli da mangiare: se il gatto è già grandino possiamo andare in un negozio di animali e comprare un mangime di recupero per animali convalescenti, mentre se è molto piccolo bisogna prendere del latte in polvere per gattini; mai dare il latte di mucca perché oltre ad essere poco nutriente per un gatto lo farà sicuramente andare in diarrea, impedendogli di assorbire gli alimenti.
Oltre a fornirgli un posto confortevole e nutrirlo, dobbiamo fare attenzione a separarlo dagli altri gatti che eventualmente abbiamo: se ha una malattia infettiva potrebbe trasmetterla anche a loro. Bisogna essere sicuri che sia sano per non rischiare.
In ogni caso, al di là di queste prime cure non si può prescindere da una visita veterinaria, ed è qui che iniziano i problemi di cui parlavamo prima.
Gatto abbandonato: chi paga le cure?
Il problema del gatto abbandonato è proprio quello di capire chi pagherà le sue cure. Infatti, se andiamo noi stessi da un veterinario, sia anche lo stesso veterinario che si occupa degli altri nostri gatti, noi diventiamo automaticamente i proprietari, o quantomeno siamo costretti a pagare le sue cure.
Il veterinario, infatti, è un libero professionista e non è un gattile, per cui non ha alcun tipo di sovvenzione per tenere i gatti abbandonati a cui deve pagare le cure di tasca, e visto che anche lui deve mangiare (è brutto dirlo, ma è così) se nessuno paga il gatto non si cura.
Mi sono trovato, quando ancora non ero laureato, davanti ad una collega che ha detto alle persone “se qualcuno non firma per pagare, io su questo gatto non ci metto nemmeno le mani”. Questa scena mi ha portato a scegliere di non fare il veterinario clinico ma di dedicarmi ad altri ambiti della veterinaria.
Perdonatemi il termine, ma mi sentirei una merda a non curare un gattino perché non ho soldi per farlo e perché chi me lo porta non ne ha a sua volta.
Per cui se troviamo un gattino abbandonato come dobbiamo fare perché possa essere curato senza mettere mano al portafoglio, se non abbiamo intenzione di adottarlo per un qualsiasi motivo ma nemmeno vogliamo lasciare che la natura faccia il suo corso? Leggi anche: Gatti abbandonati, come accudire un gattino orfano
Per legge, tutti i gatti randagi sono… del sindaco.
La persona fisica proprietaria di questi animali è il sindaco, l’ente è ovviamente il comune.
Chi si occupa di ritirare e portare ai veterinari pubblici, i veterinari ASL, o ai gattili convenzionati il trovatello sono i simpatici individui che con la scusa “io faccio il mio lavoro” si divertono a farci pagare e toglierci punti alla patente per qualsivoglia futile motivo: i vigili urbani.
La polizia locale o municipale è l’ente preposto al ritiro dei gattini, per cui bisogna chiamare loro che verranno a ritirarlo.
Solo che… beh, la maggior parte delle volte non vengono. E questo è un problema, perché è un po’ come se noi chiamassimo il 118 e l’ambulanza non arrivasse.
Se non vengono, bisogna insistere, al massimo recarsi al comando della polizia municipale e portarlo a loro per competenza.
Se non vogliono prenderlo, bisogna farci un po’ di ragione a forza di urli e vedremo che lo prenderanno perché è loro competenza, lo devono prendere per legge.
Poi comunque qualche vigile con un po’ di buon cuore esiste (anche se sono rari) e alla fine lo prenderanno.
Alternativa, per non ammattire troppo, è quella di fare una colletta, magari condominiale o tra gli amici, per questa povera bestiola; sarà il veterinario a dire se è possibile fare qualcosa.
A meno che il gattino abbia una grave malattia infettiva, e in questo caso si consiglia l’eutanasia perché non ci sarebbe nulla da fare, se le cure non sono troppo costose e richiedono qualche giorno di controllo e gli antibiotici, anche il veterinario ci verrà un po’ incontro, e potremo salvare la cita ad un povero animaletto che, alla fine dei conti… non ha colpa di nulla.
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