Toxoplasmosi nel gatto: sintomi, cura e rischi per la gravidanza
In questo articolo parliamo di toxoplasmosi nel gatto, una delle più importanti e conosciute malattie legate al gatto che possono infettare l’uomo, che interessa soprattutto le donne in gravidanza.
Cercheremo di capire che cos’è la toxoplasmosi e, soprattutto, qual è veramente il ruolo del gatto nella sua trasmissione, gatto che spesso viene demonizzato ed identificato come “untore”.
Partiamo dall’inizio: avete mai sentito parlare di toxoplasmosi? Se la risposta è no, i motivi sono due; o siete uomini o, se siete donne, non siete mamme.
Questo perché quando una donna scopre di portare avanti una gravidanza sono i medici ad informarla istantaneamente sui rischi della toxoplasmosi per la gravidanza, che nelle persone generalmente non da problemi (un paio di giorni di febbre, ma nulla di più) mentre nelle donne in gravidanza può portare all’aborto.
Infatti se la madre contrae la toxoplasmosi, la trasmette al feto, causando l’aborto.
Sono proprio i medici, spesso, a parlare anche del rischio di tenere un gatto in casa quando c’è una gravidanza in corso.
Ed effettivamente è proprio il gatto a trasmettere la malattia, ma lo fa in un modo particolare e possiamo, pertanto agire in modo da prevenire la trasmissione.
Indice dei contenuti
- 1 La toxoplasmosi nel gatto: cos’è
- 2 Toxoplasmosi gatto: sintomi
- 3 Toxoplasmosi nel gatto: il contagio
- 4 Toxoplasmosi: trasmissione all’uomo
- 5 I classici consigli per evitare la toxoplasmosi
- 6 Toxoplasmosi in gravidanza: sintomi
- 7 Come prevenire la toxoplasmosi
- 8 Esiste un vaccino per la Toxoplasmosi?
- 9 Video sulla Toxoplasmosi
- 10 Conclusioni
La toxoplasmosi nel gatto: cos’è
Intanto, cerchiamo di capire cos’è la toxoplasmosi nel gatto: si tratta di una malattia causata da un parassita, il Toxoplasma gondii. È un protozoo, un organismo microscopico che non è né un animale (come i vermi) né un batterio (come la salmonella) ma sta “a metà” tra i due.
Nella foto seguente, una toxoplasma. I cerchietti rosa che la circondano sono i globuli rossi dell’uomo.
Nell’intestino del gatto questo organismo si riproduce deponendo le proprie uova, che si trovano quindi tra le sue feci.
Le uova della toxoplasmosi, si schiudono dopo almeno 24 ore dalla deposizione delle feci.
Quindi si aprono, e i piccoli toxoplasma possono volare, con la polvere, ed entrarci in bocca, nell’occhio (sono microscopici quindi non ce ne rendiamo conto), possiamo deglutirli oppure respirarli: qualsiasi cosa succeda, ci infetteremo.
Toxoplasmosi gatto: sintomi
Nel gatto, il toxoplasma non da quasi mai problemi (il gatto non sta male, non ha febbre, insomma non ci sono campanelli d’allarme, la Toxoplasmosi è quasi sempre asintomatica) e diventa impossibile sapere se il nostro gatto ha la toxoplasmosi o meno.
Quindi nel gatto la toxoplasmosi non da sintomi. A volte può dare sintomi nei gattini piccoli, come diarrea, febbre, inappetenza. Può avere sintomi più gravi in caso di gatti affetti da FIV o FeLV.
Toxoplasmosi nel gatto: il contagio
Il gatto può prendere la toxoplasmosi cibandosi di uccellini, topi o carne cruda. E’ in questo modo che il gatto entra a contatto con il toxoplasma.
Da questo si deduce che un gatto che vive esclusivamente in casa, è rarissimo che venga contagiato dalla Toxoplasmosi.
L’unica possibilità che ha un gatto domestico di contrarre la Toxoplasmosi è dargli da mangiare carne cruda che contenga l’oocisti del toxoplasma, per questo è sempre meglio cucinare bene la carne che diamo anche al nostro gatto.
Per curare la Toxoplasmosi nel gatto, ammesso che ci accorgiamo che il gatto ne è affetto, è sufficiente un semplice antibiotico.
Il gatto in genere guarisce anche da solo nel giro di una o due settimane, per poi diventare immune per tutta la vita alla Toxoplasmosi.
Toxoplasmosi: trasmissione all’uomo
La prima cosa da dire riguardo alla trasmissione all’uomo della toxoplasmosi è che che i toxoplasma si possono prendere in mille modi che non implicano la presenza del gatto.
E’ più facile prendere la Toxoplasmosi da verdura non lavata, che non da un gatto che ne è affetto.
Facciamo un paio di esempi per spiegare meglio come potrebbe avvenire un contagio nell’uomo della toxoplasmosi.
Un gatto selvatico fa la cacca in un parco pubblico, di notte.
Il giorno dopo è secca, e qualcuno la calpesta.
Poi un cane va e si rotola in quella parte di parco: il proprietario del cane, spazzolandolo, fa volare la toxoplasma che è rimasta attaccata al pelo del cane, la respira e contrae la malattia.
Altro esempio: un gatto defeca in un orto; le feci seccano e il vento ne porta la parte più superficiale su una foglia di insalata: a questo punto sarà l’insalata a trasmettere l’infezione.
Se è una mucca a mangiare l’insalata, la toxoplasma si diffonderà nel suo organismo e anche se non sarà pericolosa per lei, se noi mangiamo la carne (cruda, al sangue) proveniente da quella mucca prenderemo la malattia.
Nella seguente immagine è mostrato uno schema dei molti metodi di trasmissione della Toxoplasmosi, disegnato dal centro per la prevenzione delle malattie infettive americano.
Insomma: il gatto c’entra, ma a volte in modo molto, molto, indiretto.
Leggi anche: Gatto e gravidanza umana, perché il gatto NON è pericoloso, ANZI
I classici consigli per evitare la toxoplasmosi
I medici danno molti consigli su come evitare la toxoplasmosi:
- evitare le verdure che non sono stato cotte (la cottura uccide la toxoplasma),
- evitare la carne cruda o non cotta del tutto (salsicce, prosciutto) e,
- a volte, consigliano di sbarazzarsi del proprio gatto.
Questo non è necessario.
Alla luce di quanto abbiamo visto, infatti, la toxoplasma nelle feci del gatto diventa infettante solo dopo 24 ore dalla deposizione: è sufficiente toglierla prima.
Pulire la lettiera tre o quattro volte al giorno significa non lasciare le feci lì per più di 6/8 ore, rendendo impossibile che l’uovo di toxoplasma si schiuda.
Inoltre usando una lettiera chiusa, il rischio è ancora minore. Meglio che pulisca la lettiera un’altra persona, e non la donna incinta, giusto per avere una sicurezza del 100%.
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Toxoplasmosi in gravidanza: sintomi
Come abbiamo visto, la possibilità di entrare in contatto con il toxoplasma, per una donna in gravidanza, può essere molto remota, se non scarsissima.
Anche in gravidanza, se dovessimo contrarre la Toxoplasmosi, non ci sono sintomi, tranne linfonodi ingrossati e mal di testa.
Esiste un test, il “Toxo-test” ,un esame del sangue, che si può fare anche prima del concepimento, per rilevare la presenza degli anticorpi del toxoplasma nel sangue, e definire così se si è già contratta la toxoplasmosi o meno.
Se sono presenti gli anticorpi, significa che ne siamo immuni, le la donna può stare tranquilla per tutta la gravidanza, non prenderà mai la toxoplasmosi
Se invece la donna è a rischio, cioè non ha mai contratto la toxoplasmosi, in ogni caso la trasmissione al feto della toxoplasmosi non è certa, ha una percentuale che va dal 20% il primo trimestre, al 54% nel secondo trimestre e al 64% nel terzo, questo perché la placenta si assottiglia.
Inoltre il possibile danno al feto, con l’aumentare del rischio di trasmissione, diminuisce con l’avanzare della gravidanza.
Il feto infettato, può non avere conseguenza, come avere dei danni encefalici e, come abbiamo detto, può anche morire.
Ci sono comunque terapie che si possono mettere in atto anche nel caso più sfortunato di un contagio al feto.
Leggi anche: Gatto e gravidanza, tutti i consigli
Come prevenire la toxoplasmosi
Se abbiamo una lettiera chiusa nella parte superiore, eviteremo che il parassita della toxoplasmosi possa “spolverare”, diffondersi nell’aria, riducendo ancora di più i rischi.
Se poi vogliamo essere ancora più sicuri, non puliamo la lettiera noi stessi, se siamo in gravidanza, ma facciamolo fare a qualcun altro (il marito).
Essendo le feci l’unico modo con cui il gatto può trasmettere il toxoplasma, evitando il contatto con le feci del gatto, come abbiamo appena detto non correremo rischi.
Accarezzare il gatto (animale molto pulito) o abbracciarlo non comporterà rischi di alcun genere, per cui possiamo continuare a farlo durante la gravidanza senza problemi, continuando a tenere il nostro micio sempre con noi. Nemmeno il graffio di un gatto affetto da toxoplasmosi è un fattore di rischio per la trasmissione della malattia.
Esiste un vaccino per la Toxoplasmosi?
Ad oggi non esiste un vaccino per la Toxoplasmosi. E’ un parassita molto variabile per cui non è stato elaborato alcun vaccino.
La toxoplasmosi, come abbiamo detto, si può prendere senza rendercene conto, è asintomatica, ed una volta presa, poi ne diventiamo immuni. E anche nel gatto succede questo.
Come già detto, esiste un Toxo- test, che può fare una donna incinta o in procinto di avere un bambino, è un esame del sangue, che determinerà se la donna è mai entrata in contatto con la toxoplasmosi.
Nel gatto possiamo far un esame delle feci per ricercare la presenza delle oocisti della Toxoplasmosi.
Esiste anche un esame per il gatto più approfondito, un esame del sangue del gatto, per ricercare gli anticorpo del toxoplasma nel sangue. Se nel sangue vengono rilevati gli anticorpi, significa che il gatto è entrato in passato in contatto con il toxoplasma, è guarito, ed ora ne è immune. Quindi se il nostro gatto è positivo al test, possiamo stare veramente molto tranquilli.
Video sulla Toxoplasmosi
Ecco in un video che cosa ci consiglia la dott.ssa Beatrice Martinelli sulla toxoplasmosi
Conclusioni
Abbiamo visto in questo articoli che cos’è la Toxoplasmosi nel gatto, come il gatto può contrarla e quali sono i rischi per una donna in gravidanza. Mi sento quindi di dire che il gatto è causa di meno dell’1% del contagio di Toxoplasmosi, quindi stiamo tranquilli, non abbandoniamo il nostro gatto, non smettiamo di coccolarlo e continuiamo serenamente la nostra vita con lui anche se aspettiamo un bambino!
E tu avevi già sentito parlare della toxoplasmosi? Fammelo sapere scrivendolo nei commenti qui sotto.
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