Storie di amore per i gatti
Raccolgo qui in questa cornice le vostre storie che mi arrivano di amore per i mici. Sono storie che spesso mi commuovono, che mi riempiono la giornata e mi fanno amare anche le persone che me le raccontano.
Spesso mi arrivano per e-mail, o nei social, e chi vuole le può pubblicare qui, con una foto. Ne ho anche di molto vecchie, di qualche anno fa, storie di amore per i gatti che mi avete mandato negli anni. Vediamole un po’.
Indice dei contenuti
Una storia di adozione tra animali…
Ho vissuto per anni in una fattoria, il cui fienile fungeva da sala parto praticamente per metà dei gatti del mio paese. Un giorno una gatta lasciò indietro, non si sa per che motivo, uno dei gattini della sua cucciolata. Lo salvammo e iniziammo a nutrirlo noi con del latte, ma era veramente piccolo e avevamo dei dubbi che si salvasse. Nello stesso periodo anche la nostra cagnolina aveva dato alla luce due cuccioli. Pochi giorni dopo, ci accorgiamo che a poppare dalla cagnolina sono in due…non i due cagnolini fratelli, ma un cagnolino e…il gattino…e la cagnolina tranquillamente lo lasciava fare. Il gattino ufficialmente adottato e svezzato dalla cagnolina si è salvato ed è la prova vivente della possibile convivenza pacifica di cani e gatti.
Passione per le foto e per i gatti
Sono un ragazzo, oddio, ormai dovrei dire uomo, di 28 anni della provincia di Venezia.
Amo tantissimo i felini ma purtroppo per problemi logistici a casa e di famiglia non posso permettermi di prenderne uno. Però questa mia attrazione verso questa specie di animali mi ha sempre fatto sognare ogni volta vedevo qualche leone, tigre, lince o grosso felino negli zoo e fatto sentire un bambino quando, a casa di miei cugini, mi ritrovavo ad accarezzare i loro gatti che mi si strusciavano contro quando mi sedevo nella LORO poltrona.. si, loro poltrona perché, nonostante mi conoscessero, mi han sempre guardato con quella faccia da “ma tu cosa vuoi? Spostati dal mio territorio, ti concedo di sederti solo se mi gratti la pancia”.
Poi un giorno vengo a conoscenza tramite facebook del Fashion Cat Show di San Bonifacio in provincia di Verona al che pensai, visto che adoro i felini e sono un amatore appassionato di fotografia, di venire a visitare questa grande riunione multi razza di gatti la quale so mi avrebbe colpito parecchio. Da solo però, anche solo per il viaggio stesso (quasi due ore di auto solo per arrivarci) mi sarebbe stato un pò pesantino, anche perché tra l’altro ero pure influenzato. Al che volli informare la “mia gattina”, una mia amica amante nonché “mamma” di due gatti la quale fu ovviamente più che entusiasta di volermi accompagnare al Palaferroli di San Bonifacio per quest’evento.
Inutile dire che, arrivati li, siamo entrambi divenuti come due bambini che vedono, al Luna Park, la piscina con le palline dentro dove l’unico pensiero che ti passa per la testa è “MI CI VOGLIO SUBITO TUFFARE”… e tuffatici dentro il Palaferroli abbiamo inziato ad ammirare lei e a fotografare io quanti più mici possibili. Purtroppo per me, visto il traffico di pubblico ed alcune gabbiette “fotograficamente ostiche”, mi son trovato scomodo a fotografare alcuni esemplari.
Grandissima esperienza. E’ bastato poco, alcune ore in pochi metri quadrati di fiera, per ritrovarci a passare un pomeriggio diverso dal solito ma tanto appagante.
Sicuramente se capiteranno altri eventi simili non troppo distanti da casa mia mi ci ritufferò di nuovo!
Alcune delle foto scattate quel giorno le trovate seguendo questo link:
https://www.facebook.com/media/set/?set=a.850181535046573.1073741839.193628000701933&type=1
Un salvataggio in extremis, un micio fortunato!
Avete presente quel video in cui un povero micetto è in mezzo alla strada con le macchine che gli sfrecciano accanto, nessuno si ferma se non dopo un bel po’ di tempo e dopo che ha rischiato veramente di essere schiacciato? Te lo ripropongo qui:
Ecco, Luca mi ha inviato la sua storia felina, che corrisponde esattamente a quell’episodio.
Mi scrive:
“Credo che lui fosse entrato nel vano motore di una macchina, poi è partita e alla prima curva lui è rotolato in mezzo alla strada.
Per fortuna siamo passati qualche secondo dopo perché forse le cose sarebbero potute andare molto peggio.
Aveva contusioni, denti rotti, un occhio quasi andato e un polmone collassato.
Lo stavamo quasi perdendo ma ce l’ha fatta :-) é stato un “salvataggio” sul limite visto che ci potevano investire entrambi ma era la cosa giusta da fare.
Era piccolissimo, arrotolato sulla striscia in mezzo alla strada, più piccolo di questa, quindi quasi non si vedeva.”
Quel “Era la cosa giusta da fare” dobbiamo stamparcelo tutti grande in fronte.
Grazie Luca! Riporto il suo racconto:
“Stavo esplorando. Giocando. Salii.
Il mondo divenne stretto e buio.
Poi un rombo, una bolla di oscurità.
Venni portato via, senza speranza.
Il mondo perse ogni senso, avevo paura.
Ero solo.
Una mano potente mi scaraventò nel baratro. Caddi sulla terra nera e dura.
L’asfalto mi graffiò. Spezzò il mio respiro.
Il dolore. Tutto divenne un nero sudario.
Rombi ruggenti intorno a me, sprezzanti ed indifferenti.
Sentivo freddo. Tutto stava perdendo di senso.
Poi, nella nebbia, sentii in lontananza una oscura luce.
“Sono qui, sono vivo”
Un rombo basso, tonfi ritmici. Qualcuno mi diede rifugio, protezione.
Non ero solo. Ho sentito un calore, mani timide mi circondarono, tremando.
Una voce mi sostenne, protesse, mentre a suo modo, pregava.
Mi sollevò con grazia e cautela infinita.
Ancora il luogo oscuro, ma stavolta era confortevole.
Non vedevo niente, il respiro rotto, il dolore.
Le sue mani, la corsa, il tonfo di una porta.
La voce stentorea, che non permetteva obiezioni.
Fredde mani su di me, gli odori acri, il freddo metallo sotto di me.
Ma c’era sempre la voce amorevole. Condividemmo la forza, la paura, la speranza.
Rimanemmo soli e parlò con me, lui non smise mai di parlare con me.
Sentii un sordo strappo dentro di me, devastante, poi non sentii più nulla.
Tutto era freddo e immobile. Non riuscivo a respirare.
Tutto perse di significato, stavo morendo.
(…)
Ma lui non si arrese. No. Lui non voleva.
Mi massaggiò, mi incoraggiò, mi parlò. Pregò, a modo suo.
Dopo un’eternità, o pochi secondi, qualcosa mi squassò. Tornai.
Aprii l’unico occhio buono, per un attimo, trovai la forza per un miagolio sottile.
Il mondo era coagulato intorno a noi. Eravamo solo noi due.
Lui capisce. Io capisco.
Sono qui. Con lui. Sono vivo.
Io sono Tommy.”
Veramente bello il racconto di Luca, poetico.
Tommy è un micio fortunato, spero ci siano tanti Luca a questo mondo!
Ed ecco le foto del bellissimo Tommy:
Mandami anche tu se vuoi la tua storia con il tuo micio, o con i mici che hai soccorso! È sempre bello sentirle perché ci scaldano il cuore.
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