Santo protettore degli animali: Sant’Antonio Abate e gli altri
Durante i primi 1.000 anni della Chiesa Cristiana c’erano molti santi che amavano gli animali. Hanno vissuto con loro, li hanno salvati, assistiti e salvati dai cacciatori. A loro volta, molti santi furono aiutati dagli animali. la religiosità, quella vera, include molto spesso l’amore per tutte le creature e quindi per gli animali, il divieto assoluto di ucciderli se non in caso di disperato bisogno. Perfino Sant’Uberto, considerato “patrono dei cacciatori”, in realtà smise di essere cacciatore dopo la chiamata di Dio.
Di seguito abbiamo elencato alcuni di questi santi in ordine di giorni di festa. Ci auguriamo che le informazioni su di loro siano utili e che tu possa chiedere al tuo sacerdote di ricordarli durante i servizi nei loro giorni di festa per il loro amore per gli animali.
Indice dei contenuti
- 1 San Basilio Magno: Festa – 2 gennaio
- 2 Sant’Antonio Abate: Festa – 17 gennaio
- 3 Santa Gertrude di Nivelles, Patrona dei Gatti – 17 marzo
- 4 San Cutberto: Festa – 20 marzo
- 5 San Filippo Neri: Festa – 26 maggio
- 6 St Melangell: Festa – 27 maggio
- 7 Sant’Uberto: Festa – 30 maggio
- 8 San Colombano: Festa – 9 giugno
- 9 St Neot: festa – 31 luglio
- 10 San Rocco: Festa – 16 agosto
- 11 St Giles: Festa – 1 settembre
- 12 San Ciaran il Giovane: Festa – 9 settembre
- 13 San Giovanni Crisostomo: Festa del 13 settembre
- 14 San Girolamo: Festa – 30 settembre
- 15 San Francesco d’Assisi: Festa – 4 ottobre
- 16 San Martino de Porres – 3 novembre
- 17 Sant’Edmondo: festa – 20 novembre
- 18 San Modesto: Festa – 18 dicembre
- 19 San Silvestro: Festa – 31 dicembre
San Basilio Magno: Festa – 2 gennaio
San Basilio (330 d.C. – 379 d.C.) ha fortemente influenzato la Chiesa d’Oriente e ha detto in questa preghiera nella “Liturgia di San Basilio”:
“La Terra è del Signore e la sua pienezza. O Dio, allarga dentro di noi il senso di comunione con tutti gli esseri viventi, i nostri fratelli gli animali ai quali hai dato la terra come loro dimora in comune con noi. Ricordiamo con vergogna che in passato abbiamo esercitato l’alto dominio dell’uomo con spietata crudeltà, così che la voce della terra, che avrebbe dovuto salire a Te in canto, è stata un gemito di travaglio. Che ci rendiamo conto che vivono, non solo per noi, ma per se stessi e per Te, e che amano la dolcezza della vita. “
Sant’Antonio Abate: Festa – 17 gennaio
Sant’Antonio Abate (251 d.C. – 356 d.C.) visse da eremita in Egitto e veniva seguito da un maiale di cui aveva curato la malattia. Sant’Antonio Abate è infatti riconosciuto come protettore degli animali domestici, del bestiame, dei contadini, del fuoco e malattie della pelle.
Nella tradizione orientale, il maiale è un simbolo della lussuria e del diavolo; tuttavia, in Abruzzo, ha un significato diverso che tutti collegano al ruolo vitale dell’agricoltura e dell’allevamento.
Nel giorno della sua memoria liturgica, infatti, in Abruzzo vengono benedette le scuderie e gli animali domestici, una tradizione che si tramanda sin dal Medioevo.
Alcune antiche storie raccontano come la notte del 17 gennaio sia una notte speciale e magica. Si dice che durante questa notte gli animali acquisiscano la capacità di parlare e ascoltare le loro conversazioni porti sfortuna.
La figura del maiale ricollega anche uno dei più antichi rituali antoniani d’Abruzzo. Nel giorno della festa di Sant’Antonio nell’area dell’Aquila, un maialino viene acquistato e nutrito dalla comunità locale per un anno intero. Il 17 gennaio dell’anno successivo il maialino, ormai adulto, viene macellato e diviso tra tutta la comunità. L ‘“animale prescelto” è riconoscibile dal nastro rosso e dal campanellino legato al collo o dall’orecchio sinistro mancante che è stato tagliato per distinzione.
Da secoli, in molti paesi d’Italia si celebra il 17 gennaio sant’Antonio Abate, patrono degli animali. Tutte le persone si radunano per le strade con i loro animali e, dopo la Santa Messa, gli animali ricevono la benedizione in un’atmosfera festosa e mistica, attorno a grandi falò preparati in onore del santo.
Sant’Antonio Abate è il patrono degli animali, domestici e della stalla, raffigurato nell’iconografia accanto al suo maiale e con un fuoco vicino al suo bastone da passeggio a forma di Tau.
Il motivo di questa tradizione nasce molto tempo dopo la sua morte: le sue spoglie furono portate a Motte-Saint-Didier in Francia nell’XI secolo, dove fu costruita una chiesa in suo onore. Vennero qui folle di ammalati e per ospitarli tutti fu costruito un ospedale e istituì una Confraternita di Religiosi, l’antico Ordine dell’Ospedale “Antoniani”. Il Papa ha concesso loro il privilegio di allevare maiali per estrarre grasso e unguenti per curare i malati per ergotismo (il fuoco di Sant’Antonio), così i maiali potevano muoversi liberamente tra i cortili e le strade con il loro campanello e nessuno li toccava.
La tradizione popolare ha creato intorno a Sant’Antonio una leggenda che giustifica ancora più chiaramente la sua vicinanza ad animali, soprattutto maiali, e la sua frequente rappresentazione vicino a un fuoco. Si racconta che “… molti secoli fa Sant’Antonio visse da eremita nel deserto della Tebaide insieme a un maiale che lo seguiva ovunque: lì, ogni giorno vinceva con vari trucchi, le tentazioni del diavolo. Gli uomini non avevano fuoco sulla Terra e gli uomini erano così al freddo. Dopo una lunga discussione i Governatori della Terra hanno inviato una delegazione per implorare Antonio di procurargli il fuoco. Il vecchio santo, commosso, si recò con il suo fedele maiale all’Inferno, dove le fiamme ardevano giorno e notte. Quando i diavoli hanno visto che era il loro peggior nemico gli hanno impedito di entrare. Ma il maiale si era intrufolato rapidamente oltre la porta e correva facendo danni ovunque. Dopo aver tentato inutilmente di catturarlo, i diavoli si recano da Sant’Antonio pregandolo di scendere all’inferno per riprenderlo e l’eremita, che non vedeva l’ora, si mette in cammino con il suo inseparabile bastone. Sulla via del ritorno in compagnia del maialino fece prendere fuoco al bastone in modo che, caduto a terra, potesse bruciare su un grosso mucchio di legna, fornendo così il primo e sospirato fuoco all’umanità. “
Santa Gertrude di Nivelles, Patrona dei Gatti – 17 marzo
Santa Gertrude di Nivelles (626 d.C. – 659 d.C.) era la patrona dei gatti e anche dei giardinieri, viaggiatori e vedove. Era nata in una nobile famiglia che viveva alla corte di re Dagoberto in Belgio, dove suo padre era sindaco del palazzo di Dagoberto. Quando Gertrude aveva 10 anni, il re Dagoberto cercò di organizzare un matrimonio tra lei e il figlio di un duca austriaco al fine di formare un’alleanza politica, ma Gertrude rifiutò di sposarlo perché voleva invece diventare suora in chiesa, dicendo che sarebbe stata sposata solo con Gesù Cristo.
Gertrude divenne una suora e lavorò con sua madre per avviare un monastero a Nivelles, in Belgio, dove entrambe servirono come superiore. Gertrude ha contribuito a costruire nuove chiese e ospedali e si è presa cura dei viaggiatori e delle persone bisognose (come vedove e orfani). Trascorreva anche molto tempo nelle veglie di preghiera. Gertrude era nota per offrire ospitalità sia agli animali che alle persone. Era gentile con i gatti che giravano intorno al suo monastero, offrendo loro cibo e affetto.
San Cutberto: Festa – 20 marzo
San Cutberto (634 d.C. – 687 d.C.) fu un pastorello scozzese fino all’età di quindici anni, quando divenne monaco nell’abbazia di Melrose. Più tardi, divenne un eremita, vivendo sull’isola di Farne in una piccola cella. Lì fece amicizia con gli uccelli, dando loro la sua protezione dai cacciatori e condividendo i pasti con loro. È il santo patrono delle lontre e, dopo essere stato immerso fino alla cintola nel Mare del Nord durante le sue veglie notturne di preghiera, due lontre sarebbero venute a scaldargli i piedi.
San Filippo Neri: Festa – 26 maggio
San Filippo Neri (1515 d.C. – 1595 d.C.) era un santo conosciuto per occuparsi degli animali. Sebbene sia meglio conosciuto come il fondatore del Movimento dell’Oratorio, ha abbracciato il vegetarianismo per motivi di benessere degli animali, non solo per motivi di astinenza. Una volta, passando davanti a una macelleria, disse: “Se tutti fossero come me, non ucciderebbero gli animali”. Ha anche liberato gli uccelli in cattività che, per loro scelta, non lo avrebbero lasciato. Gli animali erano attratti da lui. Una volta qualcuno ha trovato un uccellino in una cappella e glielo ha portato. Filippo disse loro di non stringere l’uccello o di ferirlo, ma di aprire la finestra e lasciarlo volare via. Ma in seguito si è preoccupato di aver fatto la cosa giusta, perché era così piccolo che non avrebbe saputo dove andare. In un’altra occasione gli fu offerta una coppia di pernici vive per un pasto, ma le liberò. Insisteva anche affinché le mosche venissero fatte uscire dalla finestra invece di essere schiacciate. Ha rilasciato i topi catturati in luoghi sicuri ed ha espresso pietà per gli animali in viaggio verso il macello. Si prendeva cura degli uomini e degli animali e salvò dall’esecuzione un ex eretico domenicano.
St Melangell: Festa – 27 maggio
St Melangell è il santo patrono gallese degli animali. Nel 604 d.C. il principe di Powys, Brochwel Ysgithrog, andò a caccia di lepri a Pennant nelle colline di Derwyn. I suoi cani inseguirono la loro preda in un boschetto di rovi e, seguendoli, trovò una giovane donna che pregava e abbandonata alla contemplazione divina, con la lepre sdraiata sotto la piega delle sue vesti. Anche i cani che abbaiavano subirono la sua influenza calmante e il principe esasperato rinunciò alla caccia e si sedette ad ascoltare la sua storia di fuga ed esilio dall’Irlanda. Colpito dalla sua pietà e dal suo coraggio, fece voto di donargli le sue terre al servizio di Dio, affinché potessero essere un asilo perpetuo, rifugio e difesa. Melangell visse lì in solitaria per 37 anni, dopodiché fu costruita una chiesa con un santuario sulla sua cella. La sua chiesa rimase un luogo di pellegrinaggio per tutto il Medioevo e le lepri continuarono ad essere protette nella parrocchia. La società di conservazione, Cymdeithas Melangell, ora promuove il benessere degli animali
Sant’Uberto: Festa – 30 maggio
Sant’Uberto (656 circa – 727 d.C.) è impropriamente conosciuto come il santo patrono dei cacciatori. Come racconta la leggenda, ha vissuto in una foresta nelle Ardenne come cacciatore. Un venerdì santo, quando tutti gli altri erano in chiesa, stava cacciando nella foresta, inseguendo un magnifico cervo. All’improvviso, quando il cervo si voltò, un crocifisso apparve tra le sue corna e una voce disse: “Uberto, a meno che non ti rivolgi al Signore e conduci una vita santa, scenderai rapidamente all’inferno”. Uberto smontò da cavallo e si prostrò dicendo: “Signore, cosa vorresti che facessi?” E la risposta fu: “Va ‘a cercare Lambert e lui ti istruirà”. Uberto andò quindi dal vescovo Lambert che divenne la sua guida spirituale. Uberto ha dato tutta la sua ricchezza ai poveri e ha studiato per il sacerdozio, vivendo una vita santa, digiunando e pregando. Alla fine divenne vescovo di Liegi nel 708 d.C.
Sant’Uberto in seguito fu onorato dagli sportivi come il creatore del comportamento etico di caccia, sebbene rinunciò alla caccia dopo aver avuto la sua visione. In effetti, la sua vita da cacciatore era stata vista da Dio come una vita empia, che lo avrebbe portato all’inferno.
San Colombano: Festa – 9 giugno
San Colombano (521 d.C. – 597 d.C.) era erede di una famiglia reale in Irlanda. Nel 563 salì su una fragile barca con dodici monaci e partì per il mare, incerto sulla sua destinazione. Sbarcarono nell’arida isola di Iona, al largo della costa scozzese, dove fondarono un monastero che sarebbe diventato il centro virtuale della spiritualità celtica. Colombanoo visse a Iona per più di trent’anni, copiando manoscritti e compiendo viaggi missionari in Scozia. La vita sull’isola addolcì il suo temperamento un tempo focoso e lo sostituì con uno spirito calmo e gentile.
Quanto segue è tratto da “Adamnan of Iona’s Life of St Columba”, e racconta la storia della comprensione di un cavallo della morte imminente del Santo.
“Dopo questo il santo lasciò il granaio e, tornando al monastero, si fermò a metà strada in un luogo dove si può osservare sul ciglio della strada una croce che fu eretta in seguito e che si trova ancora oggi, fissata in una macina. Mentre il santo, come ho detto, si inchinava per la vecchiaia, sedeva lì a riposare un po’, ecco, gli si avvicinò un cavallo da soma bianco, lo stesso che usava, come servitore, il vasi dalla stalla al monastero. Si avvicinò al santo e, strano a dirsi, posò la testa sul suo petto, ispirato, credo, da Dio a farlo, poiché ogni animale è dotato della conoscenza delle cose secondo la volontà del Creatore; e sapendo che il suo padrone stava per lasciarlo presto, e che non lo avrebbe più visto, cominciò a emettere grida lamentose e, come un essere umano, a versare copiose lacrime sul petto del santo, schiumando e piangendo molto. L’inserviente, vedendo questo, iniziò a scacciare il piangente, ma il santo glielo proibì, dicendo: “Lascialo stare, poiché mi vuole tanto bene, lascia che riversi il suo amaro dolore nel mio seno. Lo! tu, poiché sei un uomo e hai un’anima razionale, non puoi sapere nulla della mia partenza da qui, tranne quello che io stesso ti ho appena detto, ma a questa bestia bruta, priva di ragione, il Creatore stesso ha evidentemente, in qualche modo, ha fatto sapere che il suo padrone lo lascerà ‘. E dicendo questo, il santo benedisse il cavallo da lavoro, che gli voltò le spalle con tristezza.”
St Neot: festa – 31 luglio
St Neot (morto intorno all’870 d.C.) è famoso per aver salvato un cervo.
San Rocco: Festa – 16 agosto
San Rocco (1295 d.C. -1327 d.C.) è il patrono delle malattie e dei cani. Nacque a Montpellier, allora al confine tra Francia e Italia, nel 1295 come figlio di un nobile e governatore della città. Sua madre aveva tentato senza successo di partorire per molti anni, ma pregò la Vergine Maria per avere un figlio e Rocco fu concepito. La sua nascita era, quindi, vista come un miracolo e aveva una voglia a forma di croce sul petto che cresceva man mano che cresceva. Sua madre era una donna pia che conduceva una vita santa e digiunava regolarmente, e il giovane Rocco seguì fedelmente il suo esempio di ascetismo.
Quando Rocco aveva vent’anni, entrambi i suoi genitori morirono e lui ereditò il titolo e la ricchezza del padre ma donò tutto ai poveri e, seguendo l’esempio di San Francesco d’Assisi, condusse una vita ascetica, prendendosi cura dei poveri e degli ammalati. Partì per Roma e gestiva gli ammalati negli ospedali lì e nei paesi limitrofi. Purtroppo, mentre si prendeva cura di persone affette da peste nel comune di Piacenza, contrasse lui stesso la malattia e si ammalò gravemente. Fu cacciato dalla città e andò a vivere nella foresta dove prese l’acqua da una sorgente ma non aveva cibo. Poiché nessun essere umano si sarebbe avvicinato a lui, sarebbe morto se non fosse stato per un cane che gli portava il pane ogni giorno e gli leccava le ferite. Alla fine, Rocco si riprese e continuò il suo lavoro finché non tornò a Montpellier dove fu gettato in prigione da suo zio nel 1322 per essere una spia. Vi morì il 16 agosto 1327 e fu canonizzato nel 1590.
La festa di San Rocco, il 16 agosto, viene spesso celebrata con un servizio di benedizione del cane per ringraziare per la compagnia dei cani che sostengono persone anziane, malate, cieche, sorde e sole.
St Giles: Festa – 1 settembre
St Giles (650 d.C. – 710 d.C.) viveva in solitudine nella foresta di Nimes dove mangiava una dieta vegetariana e dove il suo unico compagno era un cervo rosso. I cacciatori del re inseguirono il cervo fino al suo rifugio con Giles. Spararono una freccia sul cervo ma colpirono e ferirono invece Giles, che in seguito divenne protettore degli storpi.
San Ciaran il Giovane: Festa – 9 settembre
San Ciaran d’Irlanda (516 d.C. – 544 d.C.) si convertì alla fede cristiana da San Patrizio e iniziò a predicare agli irlandesi, che allora erano per lo più pagani. Un giorno, sentendo il bisogno di un periodo di quiete, Ciaran si recò in un solitario distretto boschivo e iniziò a costruirsi una cella. Sedendosi vicino a un albero, notò un cinghiale dall’aspetto feroce. Ciaran parlò gentilmente al cinghiale chiamandolo “Fratello Cinghiale”, poiché trattava tutti gli animali come suo fratello e sua sorella. Il cinghiale si rese conto che Ciaran era un amico e non un nemico e così aiutò Ciaran a costruire la sua cella, abbattendo i rami forti con i denti e portandoli a Ciaran. Quando la cella fu terminata il cinghiale rimase con Ciaran e presto molti altri animali si unirono a loro, tra cui un lupo, una volpe, un tasso, un cervo e molti uccelli. Ciaran li chiamava tutti i primi fratelli monaci del suo piccolo monastero. Più tardi, quando le persone si unirono a loro e Ciaran aprì un monastero più grande, non dimenticò mai i suoi amici animali che continuarono a vivere con lui.
San Giovanni Crisostomo: Festa del 13 settembre
San Giovanni di Crisostomo (347 d.C. – 407 d.C.), che aveva avuto una potente influenza nella chiesa bizantina, disse:
‘I santi sono estremamente affettuosi e gentili con l’umanità e persino con le bestie brute … Sicuramente dovremmo mostrare loro grande gentilezza per molte ragioni, ma soprattutto, perché hanno la stessa origine di noi stessi.’
San Girolamo: Festa – 30 settembre
San Girolamo (373 d.C. – 420 d.C.) prese una spina dalla zampa di un leone che lo ripagò rinunciando a mangiare altri animali e servendo al monastero fino a quando non si unì a san Girolamo nella morte.
San Francesco d’Assisi: Festa – 4 ottobre
San Francesco d’Assisi (1181 d.C. – 1226 d.C.) è noto come il santo patrono degli animali ed è comunemente ritenuto il santo principale che mostrava preoccupazione per gli animali. Ma, come abbiamo visto, non era solo. Molti dei santi prima di lui, in particolare quelli che vivevano una vita solitaria e ascetica, hanno concesso compassione agli animali, tornando allo stato spirituale in cui si trovava l’uomo quando risiedeva nel Giardino dell’Eden, comunicando con gli animali e vivendo in armonia con natura.
San Francesco era notoriamente noto per predicare agli animali e si dice che abbia persuaso un lupo a smettere di attaccare la gente della città di Agobio se quelle persone avevano promesso di dar da mangiare al lupo per il resto della sua vita. Francesco era un radicale che si staccò dalla tradizionale vita monastica e fondò un gruppo di predicatori itineranti che, nel 1209, ottenne l’approvazione papale. Per Francesco, il divino era in ogni cosa nella natura, come il sole, la luna, le montagne, il vento e l’acqua e, naturalmente, negli animali. Chiamava tutto suo “fratello” o “sorella”, come “Fratello Sole” e “Sorella Luna”.
San Francesco disse,
“Non ferire i nostri umili fratelli è il nostro primo dovere nei loro confronti, ma fermarsi lì non è abbastanza. Abbiamo una missione più alta per essere al loro servizio ovunque lo richiedano.”
“Se hai uomini che escluderanno qualsiasi creatura di Dio dal rifugio della compassione e della pietà, avrai uomini che tratteranno allo stesso modo con i loro simili”.
Questo grande senso di interconnessione e interrelazione delle cose è stato espresso nel suo famoso “Cantico delle creaure”:
«Altissimo, Onnipotente Buon Signore, tue sono le lodi, la gloria, l’onore e ogni benedizione.
A te solo, o Altissimo, si addicono e nessun uomo è degno di menzionarti.
Lodato sii, mio Signore, insieme a tutte le creature, specialmente per il signor fratello sole, il quale è la luce del giorno, e tu tramite lui ci dai la luce. E lui è bello e raggiante con grande splendore: te, o Altissimo, simboleggia.
Lodato sii o mio Signore, per sorella luna e le stelle: in cielo le hai create, chiare preziose e belle.
Lodato sii, mio Signore, per fratello vento, e per l’aria e per il cielo; per quello nuvoloso e per quello sereno, per ogni stagione tramite la quale alle creature dai vita.
Lodato sii mio Signore, per sorella acqua, la quale è molto utile e umile, preziosa e pura.
Lodato sii mio Signore, per fratello fuoco, attraverso il quale illumini la notte. Egli è bello, giocondo, robusto e forte.
Lodato sii mio Signore, per nostra sorella madre terra, la quale ci dà nutrimento e ci mantiene: produce diversi frutti, con fiori variopinti ed erba.
Lodato sii mio Signore, per quelli che perdonano in nome del tuo amore, e sopportano malattie e sofferenze.
Beati quelli che le sopporteranno serenamente, perché dall’Altissimo saranno premiati.
Lodato sii mio Signore per la nostra sorella morte corporale, dalla quale nessun essere umano può scappare, guai a quelli che moriranno mentre sono in peccato mortale.
Beati quelli che troveranno la morte mentre stanno rispettando le tue volontà. In questo caso la morte spirituale non procurerà loro alcun male.
Lodate e benedite il mio Signore, ringraziatelo e servitelo con grande umiltà.»
San Martino de Porres – 3 novembre
San Martino de Porres (1579-1639) nacque a Lima, in Perù, come figlio illegittimo di un gentiluomo spagnolo e di una schiava africana liberata. Abbandonato da suo padre in giovane età, ha vissuto una vita di povertà ed è stato anche ridicolizzato per essere di razza mista. Ha vissuto una vita di digiuno, preghiera e astensione dalla carne e gli è stato permesso di entrare in un monastero (come domenicano) solo accettando i compiti umili. È diventato famoso per la sua umiltà, per la cura dei malati, per fare miracoli e per il suo amore per gli animali e per essere in grado di comunicare con loro e guarirli. Viveva con un cane, un gatto, un uccello e un topo.
Sant’Edmondo: festa – 20 novembre
Edmondo fu re dell’East Anglia dall’855 d.C. fino alla sua morte il 20 novembre 869 d.C. Il suo regno fu attaccato dai vichinghi che volevano che Edmondo rinunciasse alla sua fede cristiana. Quando si rifiutò di farlo, lo catturarono, lo legarono a un albero e gli spararono con le frecce. Poi lo hanno decapitato e gli hanno gettato la testa nella foresta, impedendogli di avere una sepoltura cristiana con tutto il suo corpo insieme. Angosciati da questo, i suoi fedeli seguaci andarono alla ricerca della testa di Edmondo in modo che potesse essere riunita al suo corpo per la sepoltura. Sentendo un lupo piangere quello che suonava come “Hic, hic, hic” che è il latino per “Qui, qui, qui”, seguirono il suono e trovarono un lupo a guardia della testa di Edmondo. I seguaci di Edmondofurono quindi in grado di riunire la sua testa con il suo corpo e dargli una sepoltura cristiana.
Un santuario è stato creato a Edmondoa Bury St Edmunds nel Suffolk che è stato visitato da molti re e pellegrini. L’abate di Fleury scrisse della sua vita e del suo martirio intorno al 986 d.C. ed è menzionato nella cronaca anglosassone. Conosciuto come Edmondoil martire, la sua festa è il 20 novembre.
San Modesto: Festa – 18 dicembre
San Modesto (537 d.C. – 634 d.C.) fu arcivescovo di Gerusalemme dal 631 d.C. al 634 d.C. Era famoso per essere un guaritore di animali. Ancora oggi, si dice, che chiunque celebra la memoria di San Modesto, con fede, avrà protezione per i propri animali da ogni male.
San Modesto è ora ricordato come il santo patrono degli animali da fattoria in Grecia, il che è un peccato, poiché questo santo non mangiava animali, come suggerito nelle parole della sua preghiera per gli animali.
Preghiera di San Modesto per gli animali
(Specifico per animali malati o in pericolo)
O Signore Gesù Cristo mio Dio, che sei misericordioso e tutto buono, che con saggezza ha creato ogni creatura visibile e invisibile, che riversa le sue compassioni su tutto ciò che ha creato, che attraverso la tua benevola Provvidenza prevede e guai per tutti Le tue creature: incorporee, fisiche, razionali, irrazionali, portatrici di anima, senz’anima, dalla prima all’ultima. Perché nulla non è previsto da Te, né è abbandonato da Te, Creatore e Preveditore di tutti. Perché tu sei Colui che apre la sua mano e riempie di bontà tutti gli esseri viventi. Tu sei Lui fa crescere l’erba per il bestiame e l’erba verde per il servizio degli uomini. Tu sei Colui che una volta, attraverso il gregge d’Israele, li hai preservati dall’alto dalla ferita mortale dei primogeniti degli egiziani. Tu sei Colui che, per la compassione della tua incarnazione, depose colui che aveva il potere della morte: cioè il diavolo, e con la tua morte hai messo a morte la morte.
Tu sei Colui che, attraverso me stesso Tuo indegno servitore, mette a morte il serpente, affinché la Tua sorgente d’acqua non sia corrotta. Coloro che ne bevono, sia i vivi che i morti, attraverso il Tuo potere vivificante, risorgi. E se un demone si avvicina ad esso e si prepara a manifestarsi, afferralo, affinché non oserà mai avvicinarsi al luogo in cui, io peccatore, invoco il tuo nome. A Te, quindi, prego, O All-good Maestro e Creatore di tutto, e ti supplico, la causa di tutta la vita, ascolta questa mia supplica e scaccia ogni malattia mortale e pericolo dai buoi, cavalli, asini , muli, pecore, capre, api e qualsiasi altro animale in vero bisogno per la vita dei Tuoi servi che invocano Te, donatore di ogni bene e del mio nome. E concedi, o Signore, a tutti coloro che celebrano il mio nome e con fede si affrettano alle mie reliquie, pace permanente, moltiplicazione degli animali, grano, vino e olio incorrotti e, soprattutto, remissione dei peccati, salute dei corpi ed eterna salvezza delle anime.
Sì, o Signore Gesù Cristo, per i discendenti dai tuoi stessi lombi, concedi compassione agli animali sofferenti, il cui gregge è afflitto dalla falce della morte. E non avere altra parola se non belati e rumori amari e casuali, nella Tua misericordia, porta via la loro passione e sofferenza. Perché se anche tu chiami gli esseri razionali a questa simpatia: “Un uomo giusto ha compassione dei suoi animali”, come è scritto, quanto più mostri compassione di questi, Chi sono il loro Creatore e Preveditore? Per te, o compassionevole, hai preservato gli animali nell’arca, poiché la tua bontà e compassione hanno vinto. Affinché con il benessere e la moltiplicazione dei buoi e degli animali a quattro zampe rimanenti, la terra potesse essere lavorata e la frutta potesse essere raccolta, ei Tuoi servi che invocano il mio nome potessero essere preservati senza alcuna corruzione e partecipare al loro stesso raccolto. E che costoro, avendo tutto ciò che è necessario, aumentino in ogni opera buona e glorifichino Te, che concedi ogni cosa buona. E concedi anche a me, Tuo servitore e fervidissimo supplicatore, l’onore del Tuo Regno che governa tutto, poiché a Te appartengono tutta la gloria, l’onore e l’adorazione, con il Tuo Padre senza inizio e il Tuo Spirito Santo, buono e vivificante. , ora e sempre, e nei secoli dei secoli.
Amen.
San Silvestro: Festa – 31 dicembre
San Silvestro (morto nel 335 d.C.) fu Papa dal 314 d.C. fino alla sua morte. È accreditato di prendersi cura di un toro.
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