La Tigre Bianca, miracolo della genetica
Chiamarla albina sarebbe riduttivo, la Tigre Bianca, variante naturale della Tigre reale del Bengala, è uno speciale e fortuito caso di mutazione genetica.
Può raggiungere i 3,10 mt, coda inclusa, nei rappresentanti di sesso maschile e ha un peso che va dai 180 a 260 kg, ma non è questo che rende speciale questo raro esemplare di grande felino.
Occhi azzurri, naso rosa e manto candido, attraversato da definite strisce nere, sono le peculiarità di questo animale, tanto raro quanto affascinante.
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Il mistero che per secoli ha avvolto questo felino, circa le ragioni della sua colorazione, ha stimolato la fantasia dell’uomo, specialmente nella cultura cinese.
Uno dei quattro simboli delle costellazioni, secondo l’astronomia orientale, è proprio la Tigre Bianca, che, assieme ai bizzarri Drago Azzurro, Uccello Rosso e Tartaruga Nera, rappresenta uno dei punti cardinali, nello specifico l’Ovest.
Considerata, durante la dinastia Han, il re del mondo animale, la tigre, specialmente quella bianca, è protagonista di diversi miti e leggende nella terra del Sol Levante.
Secondo la cultura popolare cinese, la Tigre Bianca si tingerebbe del più chiaro colore al raggiungimento della veneranda età di 500 anni. In pratica, come succede a noi, le vengono i capelli bianchi!
La leggenda non finisce qui, infatti, i pochi esemplari, ancora vivi dopo 5 secoli, apparirebbero all’uomo se, e solo se, alla guida del paese ci fosse un imperatore virtuoso, o qualora la pace nel mondo fosse una realtà. Certamente ciò ne giustificherebbe la rarità!
Tutto molto affascinante ma, come la scienza ha confermato nel maggio 2013, piuttosto improbabile. Niente tigri vecchissime o imperatori virtuosi, la verità è che, nonostante sia longeva, in media vive 15/20 anni e che l’unico responsabile del colore della tigre è un singolo gene, addetto alla gestione dei pigmenti di melanina.
Ad affermarlo è uno studio pubblicato sulla rivista scientifica internazionale Current Biology, lo studio, che ha visto impegnato un team di ricercatori cinesi, ha individuato nel gene SLC45A2 il responsabile di una codifica errata di una proteina contenuta nei melanociti.
L’alterazione di questa proteina trasforma il manto felino inibendo la produzione di pigmenti gialli e arancio, senza però intaccare sensibilmente quella dei pigmenti neri che formano le strisce.
Ma come incide, questa particolare forma di albinismo, sulla vita del candido felino?
Pare che questa varietà naturale della Tigre del Bengala non abbia particolari impedimenti nel suo normale corso dell’esistenza, infatti sopravvive tranquillamente in cattività nella giungla indiana.
Probabilmente, il motivo per cui l’impossibilità di mimetismo non rappresenta un problema per la tigre bianca, è riconducibile al fatto che le sue prede sono perlopiù daltoniche, il che le permette di cacciare al pari delle sue sorelle colorate.
Purtroppo, come tutte le tigri, è a rischio estinzione, ma non solo, questa variante, ormai, esiste solo in cattività e l’ultimo avvistamento in natura risale al 1958, quasi 60 anni fa!
Un tempo diffusa in India, Birmania, Nepal, Pakistan e Bangladesh, oggi la tigre sopravvive in piccole aree protette, decimata dal male chiamato bracconaggio. Nel 1972, secondo una stima, gli esemplari che abitavano il territorio indiano erano solamente 2000; grazie ad iniziative e progetti atti a scongiurarne l’estinzione il numero, nel 1989 è più che raddoppiato, salvo poi ricominciare a diminuire.
La speranza e l’obiettivo sono quelli che un giorno, tigri bianche e non, possano essere rintrodotte in natura, senza il rischio che l’uomo ne metta a repentaglio l’esistenza, un’altra volta.
Pensa che bello sarebbe un giorno poterla vedere passeggiare sulla neve, con la magica sensazione di vivere in una foto in bianco e nero.
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