Gatto Sacro di Birmania, tutto sui colori, il carattere, il prezzo
Mi capita spesso alle esposizioni feline di vedere il gatto Sacro di Birmania in tutta la sua bellezza, con degli splendidi occhi azzurri intensi e il suo manto bianco con le estremità scure, caratteristiche di questa razza.
A volte faccio fatica a distinguere un gatto birmano da un ragdoll, ad esempio, ma gli allevatori mi aiutano subito in questo, e capisco che il sacro di birmania è veramente unico e particolare.
Il Sacro di Birmania, dall’aspetto raffinato ed elegante, riesce a conquistarti e ad instaurare con te un bellissimo rapporto di rispetto e fiducia. Gatto dalle origini leggendarie, il Sacro di Birmania ci sorprende con il suo fascino e le sue movenze.
Se sei innamorato di questa razza, ecco un approfondimento per conoscerlo meglio ed amarlo ancora di più.
Indice dei contenuti
- 1 Il gatto Sacro di Birmania in breve
- 2 Gallery foto gatto Sacro di Birmania
- 3 Origini della razza birmana
- 4 Sacro di birmania: colori e caratteristiche
- 5 Carattere del gatto Birmano
- 6 Libri utili sul gatto Sacro di Birmania
- 7 Standard di razza del Gatto Sacro di Birmania:
- 8 Prezzi del gatto Sacro di Birmania
- 9 Accogliere e curare il Sacro di Birmania
- 10 Video sul sacro di Birmania
Il gatto Sacro di Birmania in breve
Luogo origine: | Birmania |
Periodo di origine: | 1920 |
Pelo: | medio lungo |
Taglia: | media |
Peso medio: | Maschi: 4-5 kg – Femmine: 3-4 Kg |
Carattere: | calmo, affettuoso e fedele |
Prezzo medio: | 800-1000€ |
Colori: | Point, sia tabby che solido |
Gallery foto gatto Sacro di Birmania
Ecco alcune immagini e foto del bellissimo Sacro di Birmania. Alcune foto sono gentilmente offerte dai fotografi Giorgio Fioravanti, Francesco Spadafora, Stefano Cappellini di We can group e Ottomezzi. Altre foto sono dei gatti degli allevamenti TierraSalvaje e Kin-Narah
Origini della razza birmana
La storia del Gatto Sacro di Birmania è molto controversa, ricca di leggende. La leggenda narra che il monaco Mun-Ha vivesse nel tempio di Tsun-Kian-Kse, dea della trasmigrazione delle anime, con il suo gatto bianco.
Il monaco mentre era assorto in preghiera, venne assalito da dei briganti e morì. Il gatto allora sali sul suo corpo, e i suoi occhi diventarono come zaffiri, come la statua della dea, aiutando l’anima del monaco a trasmigrare.
Il mantello del gatto assunse invece la tonalità dorata come la statua della dea, e i piedi rimasero bianchi come la tonaca del monaco.
Al di là delle numerose leggende, sembra semplicemente una razza “creata” di sana pianta negli anni ’20 del secolo scorso da alcuni allevatori francesi, per la ricca alta borghesia francese, che amava dei gatti di cui si sono perse un po’ le tracce di razza Khmer, ovvero dei siamesi a pelo lungo alcuni dei quali avevano dei guantini bianchi.
La razza fu selezionata aumentando la recessività dei guantini, in mondo da creare degli omozigoti coi guanti. Usarono anche 3 dei siamesi (che allora erano come gli attuali thai) e dei persiani (che allora non erano ipertipici come ora).
Il primo ed unico colore era il seal. Poi la razza si sperse dopo varie vicissitudini.
Dobbiamo ad una allevatrice francese Simone Poirer (da leggere l’intervista nel libro di Gisele Barney “Les secrets du chat sacrè de birmanie”), il ricordo delle origini dei gatti Sacri di Birmania.
Probabilmente la leggenda fu inventata di sana pianta da una certa Marcelle Adam, giornalista e avventuriera, che possedeva uno di questi gatti e volle dare alla razza un alone di mistero e di esoticità.
Secondo un’altra delle versioni leggendarie, nel 1920 un industriale americano di origini olandesi, Cornelius Vanderbilt, acquistò una coppia di gatti birmani da un servitore infedele del tempio di Lao Tsun, e li portò con sé al suo ritorno in Europa.
Si ha notizia poi nel 1935 di sei gatti Sacri di Birmania venduti alla principessa Ratibor-ohenlohe per 3000 franchi. L’anno dopo Marcel Reney narra di aver veduto questo gatto nel castello di Francavilla-Bisio. Le tracce del Gatto Sacro di Birmania si perdono dopo il 1940.
Altra origine leggendaria del gatto sacro di birmania la troviamo in Francia, nel 1919, quando si narra che i monaci Kittahs, ne regalarono una coppia a due francesi, Auguste Pavie e a suo marito, Gordon Russel, maggiore di stanza in Birmania, come segno di gratitudine.
Infatti il gatto birmano era da loro ritenuto sacro. Però sopravvisse solo la femmina, Sita, al viaggio, fortunatamente poi partorì dei cuccioli, a Nizza.
Nel 1925 si ha notizia di gatti sacri di Birmania esportati in Francia: Orloff e Xenia De Kaabaa, da cui nacquero i primi gattini Birmani europei. Dopo la seconda guerra mondiale la razza era quasi in via di estinzione.
Il primo gatto birmano di cui si ha notizia si trova in Germania, Nadine DeKhlaramour, una gatta importata nel 1964 dalla signora Anneliese Hackmann.
Nadine non è stata quindi solo la madre di tutti i birmani tedeschi ma anche la nonna dei birmani inglesi e di gran parte dei birmani americani.
La razza fu riconosciuta nel 1925 in Francia, nel 1966 in Inghilterra e nel 1967 negli USA. Il Birmano prese il nome di Gatto Sacro di Birmania per meglio distinguerlo dal Burmese.
I primi birmani in Italia furono importati da Francamaria Gabriele negli anni ’70, attuale Presidente del Club A,Ga,Bi (pagina Facebook del club)
Sacro di birmania: colori e caratteristiche
Il Sacro di Birmania è un gatto dalle movenze e dal portamento molto eleganti. Sua caratteristica sono i cosiddetti “guanti” cioè la colorazione bianco candida delle estremità delle zampe, dovuta ai geni siamesi, mentre il resto della zampa è più scuro. Sulle zampe posteriori inoltre è presente il “garretto”, cioè una striscia di bianco a forma di V sotto alla pianta della zampa. E’ una caratteristica NON gradita anche per le zampe anteriori.
I garretti sono ammessi SOLO dietro e devono essere 1/2 fino a 3/4. Anche più alti sono tollerati ma NON devono superare l’articolazione, invece i guanti anteriori sotto devono “chiudere” prima dello sperone. Se non chiudono o chiudono sotto lo sperone il gatto non è da show.
Colori del Sacro di Birmania
Il Gatto Sacro di Birmania nasce completamente bianco e raggiunge la sua colorazione finale nei 2-3 anni di età.
Il colore del pelo del gatto Sacro di Birmania può essere seal point, che sarebbe il colore originario dei sacri di birmania, ossia un marrone nei punti scuri molto in contrasto con il resto del manto bianco.
Ma può essere anche blue point, chocolate, lilac, red e cream point, ma anche seal tortie point, blue tortie poin, chocolate tortie point, lilac tortie point. Tortie significa tartarugato, e può corrispondere solo a femmie. Gli stessi colori possono essere presenti anche nella versione tabby, cioè tigrati, e dal 1/1/2015 anche nella versione smoke (per i non tabby) e silver (i tabby). Per comprendere meglio la terminologia legata ai colori del gatto, vedi questo articolo: Colori dei gatti
Il manto del gatto birmano è più corto sul muso, si allunga lungo il corpo fino a diventare da lungo a semilungo, abbondante nella collaretta, in particolare nei maschi. Il pelo del sacro di birmania è setoso con scarso sottopelo.
Gli occhi sono di dimensione media, leggermente OVALI e di colore blu intenso.
Carattere del gatto Birmano
Il Sacro di Birmania, detto a volte gatto birmano, è molto sensibile ed anche un po’ timido. Ha uno sguardo molto intenso che incanta l’uomo, è molto dolce e si affeziona a chi lo accudisce.
Molto giocherellone anche da adulto, ama ottenere ciò che vuole, a volte mette “il muso” se non viene accontentato.
Ama il gioco e può perfino essergli insegnato il “riporto” di una pallina, cosa che pochi gatti sono in grado di imparare. Si adatta molto bene alla vita anche con i bambini perché non è mai aggressivo.
Libri utili sul gatto Sacro di Birmania
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Standard di razza del Gatto Sacro di Birmania:
Questi sono gli standard a cui deve aderire un Sacro di Birmania per competere in una Expo felina. Sono standard molto rigorosi a cui lavorano gli allevatori in modo da avere gatti di razza che corrispondano a caratteristiche che li rendano tali. Il tuo gatto sacro di birmania potrebbe non corrispondere perfettamente a questi standard, ma se ha il pedigree che lo attesta come Sacro di Birmania, è assolutamente di razza.
- Aspetto generale
Taglia Media - Testa
Forma Ossatura forte
Fronte Leggermente arrotondata
Guance Piene, leggermente arrotondate
Naso Di media lunghezza, senza interruzioni (‘stop’), ma con una leggera incurvatura (‘indentation’)
Mento Forte - Orecchie
Forma Piuttosto piccole, con punte arrotondate
Piazzamento Ben distanziate, leggermente inclinate, non troppo diritte sulla testa - Occhi
Forma Non del tutto tondi, leggermente ovali, di media grandezza
Colore Blu scuro - Corpo
Struttura Abbastanza allungato. I maschi sono più massicci delle femmine - Zampe
Corte e forti
Piedi Arrotondati
Guantaggio La caratteristica specifica dei “Sacri di Birmania” sono i piedi bianchi chiamati “guanti” sia alle zampe anteriori che posteriori”.
I guanti devono essere assolutamente di colore bianco puro e si dovrebbero fermare all’articolazione o alla linea di passaggio tra il piede ed il metacarpo, linea che non dovrebbero oltrepassare.
Guanti leggermente più lunghi sulle zampe posteriori possono essere tollerati.
Sulla faccia plantare dei piedi posteriori i guanti bianchi terminano a punta (sperone). La terminazione ideale dei guanti è “V” rovesciata, tra la ½ e i ¾ della pianta del piede.
Speroni meno o più alti sono accettabili ma non devono superare l’articolazione.
È importante che i guanti siano di uguale lunghezza e che presentino simmetria di bianco, rispettivamente sulle due zampe anteriori e sulle due posteriori, o ancora meglio, su tutte e quattro le zampe - Coda
Di media lunghezza, a forma di piuma. - Mantello
Struttura Da lunga a semilunga, secondo le parti del corpo: corta sul muso,
gradualmente più lunga sulle guance fino ad una completa gorgiera; lunga su dorso e fianchi.
Tessitura setosa.
Leggero sottopelo. - Colore
I Birmani mostrano i colori caratteristici dei gatti Siamesi ‘point’, ma con i quattro piedi bianchi (guanti).
I ‘point’ includono muso, orecchie, zampe , coda e genitali.
I ‘point’ dovrebbero essere di colore uniforme e ben contrastati rispetto al colore del colore del mantello sul resto del corpo.
Colore del corpo: come descritto nella parte generale per i siamesi point.
Il colore del corpo e dei ‘point’ sono completamente sviluppati solo nei gatti adulti. - Note
I Sacri di Birmania hanno una morfologia particolare, peculiare especifica di questa razza.
Prezzi del gatto Sacro di Birmania
Il gatto Sacro di Birmania ha un costo che varia dagli 800 ai 1300€, anche 1700 per esemplari da competizione.
La raccomandazione è sempre di acquistare un gatto di razza accompagnato dal Pedigree. Il pedigree costa davvero poco all’allevatore ed è un documento che prova la serietà dello stesso, in cui sono scritti i dati del micio e la sua linea genealogica. Solo un gatto con pedigree è per definizione di razza.
Un allevatore che propone l’acquisto di un gatto con un forte sconto se non rilascia il pedigree non è da ritenere serio, perché un gatto senza pedigree potrebbe non essere stato controllato attentamente, avere una mamma gatta che ha partorito più del necessario per fornire gatti da vendere all’allevatore, insomma una situazione molto sospetta a cui devi sottrarti se vuoi acquistare un gatto di razza.
Accogliere e curare il Sacro di Birmania
Se acquisti un gatto di razza, e lo fai da un allevatore serio, questi ti fornirà tutte le informazioni utili per le cure al tuo gatto, comprese come portarlo a casa in modo sicuro e confortevole, quali controlli veterinari fare e quando e come curare il pelo e l’estetica del micio.
Solitamente l’allevatore cede il gatto dopo il quarto mese di età, perché altrimenti è poco serio. Un gatto infatti deve rimanere con mamma gatta e i fratellini fino al quarto mese, per uno sviluppo sano ed equilibrato.
Quando fai visita all’allevatore, controlla che i gatti siano socievoli, tranquilli, belli e sani, che non siano tenuti in gabbie ma che possano girare liberamente per casa. Visita più volte l’allevatore, e se vedi qualcosa che non ti convince, fagli domande e approfondisci.
Quando porti a casa il tuo Sacro di Birmania, procedi ad un inserimento graduale e sicuro del micio, prima facendogli esplorare una stanza e poi tutta la casa, rispettando i suoi tempi. Evita di tirarlo fuori a forza dal trasportino se è intimidito, o di tenerlo in braccio e “mostrarlo” agli altri componenti della famiglia, ma lascia che sia il gattino a farsi avanti incuriosito.
Solitamente l’allevatore ti cederà il gatto già con le prime vaccinazioni e già sverminato, sarà poi compito tuo sterilizzarlo e procede ai successivi controlli veterinari.
Il pelo del Sacro di Birmania è setoso e fa pochi nodi, per cui è abbastanza semplice da spazzolare, basterà una spazzolata settimanale, qualcosa in più nel periodo della muta.
Per quanto riguarda la lettiera, chiedi all’allevatore come è abituato il gattino e che tipo di lettiera usa. Se vuoi usare un diverso tipo di lettiera aspetta che il gattino si sia abituato a casa tua, e poi procedi gradualmente con le modifiche che vuoi fare,
Anche per il cibo, se puoi continua la dieta che stava facendo l’allevatore, per non causare problemi intestinali al micetto quando lo porti a casa. Chiedi all’allevatore se nutre i suoi gatti con dieta a crudo, casalinga, secco o umido e se devi fare modifiche per tua comodità, falle molto gradualmente.
Video sul sacro di Birmania
Ecco in un video Crystal, un gatto Sacro di Birmania, presentato dal suo allevatore, Daniele, dell’allevamento Incantesimo Blu.
Risorse e fonti
Ringrazio Barbara Bazzotti (Pawpeds graduated G1, G2 e G3 e membro della Commissione Nazionale Allevatori) per gli spunti.
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Ho un birmano di 9 mesi ed è meraviglioso dolce affettuoso giocherellone… L unica cosa un po’ rompiscatole al mattino perché vuole mangiare sempre e non ti molla finché non ottiene ciò che vuole
Ma che simpaticone :D