Gatto e mercurio: è possibile un’intossicazione?

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In questo articolo parleremo di gatto e mercurio, ed approfondiremo cosa vuol dire nel gatto una intossicazione da mercurio. Uno dei metalli pesanti più tossici per i nostri gatti, così come per gli esseri umani, è il mercurio. Conosciuto dai più per essere contenuto nei termometri, non passa giorno che nelle cliniche veterinarie venga portato almeno un gatto intossicato da mercurio.

…o, almeno, questo è ciò che sembra girando in internet, leggendo contenuti che, ovviamente, non riportano alcuna fonte scientifica. Perché, è vero, il mercurio è tossico e nessuno deve negarlo, ma molto dipende dalla dose di mercurio che il gatto assume; insomma, è improbabile che la quantità di mercurio usata in un vaccino piuttosto che quella che si trova in un tonno possa causare tossicità. Ecco perché l’avvelenamento da mercurio nel gatto non è così frequente come sembra.

Ma andiamo con ordine e cerchiamo di capirne di più, iniziando dalla citazione della fonte scientifica da cui ho preso queste informazioni: Small Animal Toxicology, Terza Edizione, di Peterson e Talcott, che al capitolo 57 parla proprio di Mercurio.

Il mercurio: cos’è e dove si trova

Il mercurio è un elemento naturale, un metallo pesante che si può trovare in natura, nei giacimenti. Si tratta di uno dei pochi metalli che a temperatura ambiente non è solido ma è liquido, e per la sua colorazione viene definito anche “argento vivo”.

E’ un metallo tossico a certe dosi, per cui in passato veniva utilizzato in diverse pratiche mediche (pensiamo solo alle otturazioni dei denti, in umana) ma visto che ci sono altri prodotti più sicuri, il suo utilizzo è stato progressivamente ridotto.

Si poteva trovare nei termometri, in cui oggi è illegale (bisogna solo fare attenzione se si hanno i vecchi termometri, perché possono causare tossicità acuta se si rompono), e poi ci sono dei disinfettanti a base di mercurio, come il mercurocromo, che però oggi sono in disuso.

Un posto in cui invece si può trovare il mercurio in abbondanza, soprattutto perché ci è stato messo quando le leggi ambientali (anni ’50-’70) non erano stringenti come quelle di oggi, è il mare. Il mercurio ci veniva versato dalle industrie, e poiché una volta arrivato al mare, dai fiumi, come metallo pesante non evapora, in mare se ne accumula sempre di più. 

Ovviamente la concentrazione in acqua è molto bassa, ma poiché i pesci si nutrono di organismi acquatici per tutta la vita, e poiché il mercurio una volta entrato non esce più dal corpo del pesce, questo tende ad accumularsi all’interno dell’organismo; pesci carnivori al vertice della catena alimentare (come i pesci spada) hanno più mercurio dei pesci erbivori o dei pesci piccoli, perché hanno mangiato più pesci che a loro volta contenevano già il mercurio.

Intossicazione da mercurio: dose tossica e sintomi

La dose tossica di mercurio per un gatto è di 0,86 mg/Kg di peso vivo al giorno, che per 15 giorni fanno sviluppare i sintomi da tossicità acuta, mentre per sviluppare quella cronica ci vogliono 46 ug/Kg di peso vivo al giorno per almeno 4 anni (ug=microgrammo, 1/1000 di mg).

Se vengono superate queste dosi, gli effetti di intossicazione sono variabili, e dipendono principalmente dal sistema nervoso e dai reni, gli organi su cui questo metallo ha un effetto maggiore.

Tra i sintomi acuti avvelenamento da mercurio nel gatto possiamo trovare:

  • Percezione cosciente che diminuisce sempre di più;
  • Insufficienza renale, acuta o cronica;
  • Alcuni sintomi gastrointestinali, come il vomito e la diarrea, e il dolore addominale;
  • Shock, quindi diminuzione della perfusione vasale dell’organismo;
  • Paresi, paralisi, tremori, convulsioni nei casi più gravi;
  • Morte.

Questi sono i sintomi acuti dell’intossicazione da mercurio, mentre quelli cronici sono molto più lievi e comprendono:

  • La perdita di appetito;
  • La perdita di sensibilità;
  • I tremori;
  • I deficit propriocettivi (il gatto sembra costantemente ubriaco, per come si muove)
  • La cecità, nei casi più gravi.

Nella tossicità cronica i sintomi tendono costantemente a peggiorare.

Da notare che l’intossicazione da mercurio è irreversibile, perché il mercurio si accumula nell’organismo diventando sempre più tossico per le cellule, motivo per cui, anche se l’intossicazione da mercurio non è comune, bisogna comunque fare attenzione. Se l’intossicazione è acuta, perché il gatto ha mangiato il mercurio del termometro, si può comunque correre in clinica veterinaria per una lavanda gastrica, che limiterà l’assorbimento del mercurio.

L’intossicazione da mercurio è così frequente?

L’intossicazione da mercurio nel gatto non è così frequente come si potrebbe pensare, e il rischio più elevato è in generale quello alimentare, insieme a quello accidentale che però sta sempre diminuendo di frequenza.

Questo perché:

  • Il mercurio come eccipiente in vaccini, farmaci, e presidi sanitari è ampiamente tenuto sotto controllo dalle autorità sanitarie, che fanno rispettare ai produttori le dosi tossiche di questo metallo; le dosi, inoltre, vengono indicate nel foglietto illustrativo dei farmaci e dei vaccini, così che il veterinario possa evitare quel prodotto in casi particolari;
  • Il mercuriocromo si può evitare come disinfettante per le ferite del gatto, visto che ci sono molti disinfettanti con altre basi. Inoltre, la dose che si mette per qualche giorno non è sufficiente a causare un’intossicazione, perché solo parte del mercurio che si mette sulla ferita viene effettivamente assorbito;
  • Il mercurio molto concentrato nell’ambiente è raro, e a meno che un gatto viva in un laboratorio di chimica (o si rompa un termometro vecchio, cosa che può succedere) le intossicazioni acute sono molto rare;
  • Il Reg. CE 1881/2006 fissa dei limiti precisi da rispettare in termini di mercurio nei prodotti della pesca; i servizi veterinari italiani, e le aziende in autocontrollo, effettuano campionamenti di mercurio per verificare il rispetto dei limiti.

A cosa fare attenzione nell’alimentazione del gatto?

Alla luce di quanto abbiamo detto, la fonte più probabile oggi di avvelenamento, cronico, da mercurio, è il pesce, compreso il pesce grande (come il tonno); per quanto riguarda il mercurio nel tonno in scatola, le scatolette devono rispettare i limiti di sicurezza degli MCA in base a quanto stabilito nel Reg. CE 1835/2004, che regola proprio la presenza di sostanze tossiche nei Materiali a Contatto con gli Alimenti.

Per quanto riguarda il limite nei prodotti alimentari, il limite consentito più alto è quello di 1 mg/Kg per i pesci indicati al punto 3.3.2 dell’allegato 1 del Regolamento CE 1881/2006, che comprendono per esempio anguille, rane pescatrici, marlin, razze, pesce sciabola, pesce spada e tonno.

Considerando, per esempio nel tonno, che la dose tossica nel gatto è di 46 ug/Kg per quattro anni, proviamo a fare un conteggio. Supponiamo che un gatto mangi 200 grammi di tonno al giorno, prendendo così, al limite massimo, 200 ug (cioè 1 mg diviso 5) di  mercurio. Il gatto pesa 4 chili, e ne dovrebbe prendere (46×4) 186 ug per 4 anni per sviluppare i sintomi da tossicità cronica.

Con questo tipo di alimentazione, effettivamente, il gatto prende più della dose tossica per lui, e se mangiasse 200 grammi di tonno al giorno per 4 anni potrebbe sviluppare un’intossicazione da mercurio. 

Si può fare però un po’ di attenzione: fornendo, per esempio, il tonno una volta ogni due giorni, o sostituendolo con un pesce che ha un limite più basso (come il merluzzo o il salmone, che hanno un limite di 0,5 mg/Kg, la metà del tonno) la dose ingerita ogni giorno dal gatto sarebbe di 93 ug al giorno, la metà della dose tossica per un gatto.

Naturalmente, questo è un esempio-tipo, che va adattato per le necessità di ogni singolo gatto; con un po’ di attenzione, e non fornendo sempre pesce al gatto (la carne di animali terrestri infatti non ha quantitativi significativi di mercurio al suo interno), lasciando il pesce magari solo due volte a settimana, risulta impossibile raggiungere la dose tossica da mercurio.

Attualmente, poiché la tossicità di questo metallo è conosciuta, le cose vengono tenute strettamente sotto controllo dalle autorità sanitarie, e con un po’ di attenzione da parte del proprietario l’intossicazione da mercurio è un rischio che si può tranquillamente evitare.

PS: I limiti del mercurio sono stabiliti anche nei mangimi, e sono più bassi rispetto a quelli per i prodotti umani; potete consultare i limiti in questa pagina della Gazzetta Ufficiale italiana.


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