Gatto adulto e gattino nuovo: l’inserimento
Hai deciso di adottare un nuovo gattino e convivi già con un gatto adulto o con più gatti adulti? In questo articolo troverai alcune informazioni per accogliere al meglio il cucciolo e rendere meno stressante possibile l’inserimento di un gattino con un gatto adulto . Varie indicazioni utili relative all’argomento dell’inserimento di un nuovo gatto sono già state date in questo articolo, in questo articolo analizzeremo più in dettaglio i passi da fare in un inserimento di un gatto cucciolo con un gatto adulto.
Indice dei contenuti
Perché un percorso di inserimento?
L’introduzione di un nuovo gatto in casa è quasi sempre fonte di stress per i gli animali coinvolti. I gatti residenti possono vedere nel nuovo arrivato una minaccia per il controllo del loro territorio e delle risorse, come se fosse una vera “invasione”. I nuovi arrivati possono essere spaesati e spesso non abbiamo nessuna informazione sul loro grado di socievolezza e di capacità di adattamento. Tutto ciò genera stress, disagio, quindi è bene seguire alcuni step per far star meglio i gatti nel momento del cambiamento.
Se il nuovo arrivato è un cucciolo di pochi mesi, di solito l’inserimento è un poco più agevole (se il piccolo non ha problemi comportamentali o paure). Un cucciolo infatti è più adattabile di un gatto adulto e meno incline agli scontri. Dovrai quindi preoccuparti più che altro del gatto adulto o dei gatti adulti già presenti in casa.
Per comodità nel resto dell’articolo parlerò di gatto adulto al singolare, ma le stesse considerazioni valgono ugualmente se si hanno più gatti già residenti.
Prima che arrivi il cucciolo
Per introdurre un gattio con un gatto adulto, intanto prepara una stanza o una porzione di casa dove il cucciolo dovrà stare i primi giorni, diviso dall’altro gatto; in questo spazio metti ciotole, cassetta igienica (distante dalle ciotole), giochini (anche costruiti in casa vanno benissimo), scatole dove nascondersi.
Puoi comprare un diffusore di feromoni tranquillizzanti, come il Feliway Friends, e attaccarlo negli ambienti in cui sta il gatto residente; se il cucciolo ti sembra un po’ spaesato, per lui puoi prendere il Feliway classico, in modo da favorire l’adattamento al nuovo ambiente. Ricorda però che questo aiuto da solo non garantisce che “vada tutto bene”, serve comunque organizzare bene gli spazi e procedere gradualmente con l’inserimento.
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I primi giorni con il gattino in casa
Tieni separati i gatti e lascia il tempo al gattino di ambientarsi nella stanza e di conoscere i componenti umani della famiglia. Più volte al giorno entra nella stanza e stai un po’ con il gattino, prova a giocare con lui attraverso oggetti, non forzare il contatto fisico ma toccalo solo se è lui che si fa avanti.
Intanto puoi iniziare a fare uno “scambio di odori”: metti nella stanza del gattino oggetti che sono stati usati dal gatto residente e lascia nel resto della casa oggetti che sono stati usati dal cucciolo, in questo modo i gatti inizieranno a conoscersi in modo graduale attraverso gli odori.
Come proseguire con l’inserimento
Dopo qualche giorno è possibile far esplorare al cucciolo il resto della casa, mentre il gatto adulto non è presente (si può far andare il gatto temporaneamente in una stanza). Quindi si rimette il cucciolo nella propria stanza e si fa esplorare all’altro gli ambienti. Anche questa è conoscenza attraverso lo scambio di odori.
Infine, arriva il momento del contatto visivo, all’inizio per pochi minuti, poi via via per più tempo. Si può realizzare attraverso uno spiraglio della porta che divide le stanze o mettendo nella larghezza della porta una rete, tipo zanzariera, o un plexiglass.
Solo successivamente ci sarà l’incontro diretto, sempre sorvegliato mi raccomando!
Gatto adulto e gattino nuovo: alcune riflessioni
Ricorda di non cambiare posizione a ciotole, lettiere, cucce del gatto adulto e di non fargli mancare attenzioni dopo l’arrivo del gattino.
Quando fai lo scambio di odori con oggetti, non posizionare gli oggetti esattamente nei posti preferiti dal gatto adulto (ad esempio ciotole, divano, sedia preferita…), ma lasciali per terra nelle stanze.
Per la scelta degli oggetti da scambiare, non orientarti su ciò che è più caro al gatto, ad esempio il cuscino preferito, ma utilizza giocattoli o altri oggetti sui quali il gatto si è strusciato.
Se i gatti appaiono nervosi, tranquillizzali con la voce e sdrammatizza giocando. Se durante il contatto visivo i gatti si agitano troppo, interrompilo. Se dovesse verificarsi un conflitto quando i gatti vengono in contatto senza barriere, interrompilo facendo un rumore e mettiti in mezzo, poi allontana il gattino. Allo stesso modo, blocca il gattino se vuole giocare irruentemente e il gatto adulto non apprezza.
Non permettere al gattino di usare le ciotole e le lettiere del gatto adulto.
Come capire se sta andando tutto bene?
La durata degli step può essere molto variabile, dipende infatti dalle reazioni dei gatti (in particolare quelle del gatto adulto).
In linea generale, un gatto sottoposto a stress appare più nervoso, può cambiare abitudini alimentari, essere più sedentario o al contrario più attivo, desideroso di tenere tutto sotto controllo. Nei confronti dell’altro gatto può soffiare, ringhiare, cercare di attaccare. Questi comportamenti possono essere rivolti anche agli oggetti o si possono manifestare quando il gatto annusa l’odore che l’altro ha lasciato nell’ambiente.
Possiamo dire che man mano che questi segnali diminuiscono si può passare allo step successivo del percorso di inserimento, ma ti consiglio di rivolgerti ad un esperto (etologo o veterinario comportamentalista) per farti seguire nel processo e farti spiegare come riconoscere i segnali che i gatti ti mandano.
Ti auguro un buon inizio di convivenza! Sei hai domande o vuoi raccontare la tua esperienza, scrivi pur nei commenti qui sotto.
Dott.ssa Eva Ricci, etologa
Ti trovi qui:
dr. Ricci, ho una micietta di 5 anni e 1 mese e mezzo fa è arrivato un gatto di 7 mesi tenero e affettuoso (è però già più grosso di lei).Lui da subito sembrava essere qui da sempre mentre lei appare a volte intimorita e incuriosita allo stesso tempo, non sembra essere lei la “padrona di casa”. Lei con lui gioca, lo cerca e sembra averlo accettato ma ha già perso 500 gr. di peso. Si perché mangiucchia non mangia come faceva prima. Quando era sola aveva sempre la ciotola del cibo a disposizione e mangiava quando voleva ora non è più così. Lui è vorace e lei rimarrebbe sempre senza e poi lui mangia croccantini per cuccioli. Quindi passo il mio tempo a rincorrerla per cercare di farla mangiare. Potrebbe essere una manifestazione di gelosia ? anche se faccio di tutto per farla sentire come prima. Mi piacerebbe un suo parere in merito. Grazie in anticipo per l’attenzione. Loredana Casaburo.
Salve, innanzitutto dovrebbe fare visitare la gatta per un ceck up completo dal veterinario, per escludere che il dimagrimento sia dovuto a patologie. Il fatto che mangi meno può essere ricollegato allo stress per la convivenza e/o al fatto che l’altro gatto “si impone” e mangia tutto. Potrebbe provare per qualche giorno a lasciare tante ciotoline in giro per casa (cioè, lasciare quelle ci sono nello stesso punto ed aggiungerne altre), sempre piene e vedere come si regolano. Se questo tentativo non va bene, deve somministrare i pasti ad orari, più volte al giorno (i gatti per natura mangiano poco più volte al giorno) dividendo i gatti. Proprio in stanze diverse, e far si che il piccolo non vada a disturbare la grande finchè non ha finito. In commercio esistono anche ciotole con riconoscimento del microchip, per far si che alla ciotola possa accedere solo il gatto con il microchip associato. Consiglierei però ancheun consulto diretto con un esperto di comportamento (etologo o veterinario comportamentalista) che analizzi la situazione e la relazione tra i gatti, per poter valutare gli eventuali livelli di stress ed aiutarvi a gestire meglio la cosa. Dott.ssa Eva Ricci, etologa
Salve dssa. Ho un gatto di 1anno e mezzo e da 4giorni ne è arrivato uno di 1mese e pochi giorni. L adulto sembra essersi giâ abituato al nuovo arrivato: lo rincorre, ci gioca, lo cerca. Ma oggi ho assistito a una scena inquietante.
Fulmine (l adulto) ha afferrato il piccino per la collottola, lo ha portato un po’ lontano da me, si è steso in terra non mollando la presa e ci giocava come fosse stato un peluche agitando le zampe posteriori mentre con quelle anteriori lo teneva fermo! Il piccolo miagolava in una sorta di lamento e io sono corsa a dividerli.
È normale questa cosa?
Grazie
Meglio sempre tenere d’occhio che il gatto adulto non faccia male al piccolo con giochi troppo irruenti, comunque girerò la domanda alla nostra comportamentalista.
Eccomi, buongiorno. Talvolta è difficile capire se si tratta di un gioco o di altro, il fatto che lo rincorra può non essere un gioco, così come l’episodio a cui ha assistito, mi viene in mente una sorta di predazione. Se l’altro soggetto non gradisce, non è un gioco. Come ha detto Elisa, le interazioni vanno sorvegliate. Inoltre, è sempre bene fare un inserimento graduale quando si adotta un nuovo gatto, così come illustrato nell’articolo. Può provare a “tornare indietro” nel processo di conoscenza tra i gatti seguendo le istruzioni dell’articolo, o, forse ancor meglio, contattare un esperto di comportamento, etologo o veterinario comportamentalista, che osservi i gatti e interpreti i comportamenti. Il difficile non è seguire gli step illustrati, ma capire se e come i gatti sono pronti a passare alla fase successiva :)
Salve dottoressa,le racconto la mia situazione. Ho adottato una cucciolata, composta da tre femmine e un maschio, e questi,che tra qualche giorno compiono un anno, convivono da quasi un anno con un maschio, di poco più grande, che potremmo definire “fratellastro”, dato che la madre è la stessa. I due maschi sono sterilizzati,le femmine non ancora. In cinque sono praticamente cresciuti insieme, ed ogni spazio viene da loro condiviso senza problemi. Ora, però, si è presentato un problema,ovvero l’inserimento di un nuovo gatto. Da qualche giorno,infatti, vive con noi un maschio,sterilizzato, del quale, però, non sappiamo con certezza l’età,poiché è stato salvato dalla strada,quasi morto, e con una bella infezione alle gengive, che gli ha fatto perdere buona parte dei denti. La situazione in casa ora è questa: il nuovo arrivato non è ben visto, i cinque già residenti gli rivolgono continuamente soffi,ringhi,e, a volte, anche qualche zampata. Vorrei capire se l’accettazione del nuovo arrivato si compirà,seppur gradualmente, o non verrà mai considerato come “parte della famiglia”, poiché,come ha detto il mio veterinario, in casa si è formato un “clan” esclusivo che non ammetterà mai nuove entrate
ciao Barbara, non è detto che il nuovo gatto venga mai accettato, in casa si era formato un equilibrio che con questo inserimento è andato rotto, e non si può sapere a priori come andrà. Hai fatto un inserimento graduale? perché serve appunto a fare in modo che i traumi siano il meno possibile. in bocca al lupo e fammi sapere!
Salve
Abbiamo una gatta adulta di 8 anni e a breve arriverà una cucciola di qche mese … non abbiamo la possibilità di tenerle separate … come possiamo fare???
In casa non avete 2 stanze divise?
Salve!ho una micia di tre anni e da un giorno è arrivato /a un nuovo micetto/a di circa due mesi ma la gatta adulta proprio nn vuile saperne….soffia anche a noi adulti se odoriamo della piccolina/o. A me soffia e mi tira le zampate. Ho diviso i gatti come ha scritto lei…ci saranno speranze?
Ci vuole tempo e pazienza e gradualità. Tienili separati soprattutto per non rischiare di ferire il piccolo micio e se puoi fatti seguire da un veterinario comportamentalista. Mi raccomando porta il micino dal veterinario per i vaccini e controlli per evitare, in caso di malattie, di contagiare anche la gatta che hai già :) Fammi sapere!
Buongiorno Dott.ssa, ho 2 gatti adulti (grigio e rosso) e ho preso successivamente 2 gattini (maschio e femmina) di qualche mese. Ho fatto l inserimento come descritto nell articolo ma niente, i gatti adulti entrano in casa solo a mangiare e poi vogliono subito uscire, continuando a soffiare innervositi. Cosa devo fare?
Salve, ad Aprile scorso ci siamo ritrovati una gattina molto piccola nel motore della nostra macchina, la malcapitata ha fatto circa 25 km all’interno del vano, fortunatamente ce ne siamo accorti e l’abbiamo estratta curata ed adottata, ma il problema è di ben altra natura; abbiamo già un altro gatto, un maschio, dal 2013 (un altro trovatello, con un caratterino niente male) nel primo periodo abbiamo effettuato un processo d’inserimento come descritto, ( magari sbagliando qualche passo ) ma adesso siamo in una situazione poco simpatica ovvero il gatto adulto non ha accettato la nuova presenza con il risultato che entra solo per mangiare e poi torna molto arrabbiato in giardino. Francamente ho molta paura che con l’arrivo del freddo possa incorrere nel rischio di morire se rimane troppo tempo all’esterno, nei mesi invernali nella mia zona di residenza il termometro scende facilmente di svariati gradi sotto lo zero soprattutto nelle ore notturne.
Mi chiedo se ci possa essere rimedio a questa situazione.
La MIA situazione è abbastanza simile a quelle lette (gatto di casa 10 mesi femmina …nuovo arrivato 1 mese …sempre femmina)…Sono perplessa poiché la gatta preesistente nn si dimostra nervosa né ha modificato le sue abitudini ed è affettuosa come sempre ma anche se molto curiosa nei confronti della cucciola nuova spesso se può le fa male ?
Buongiorno a tutti, leggo solo ora i vostri commenti. Analizzare da qui ogni singola situazione non è possibile, il consiglio è quello di progettare un inserimento graduale (con i concetti espressi nell’articolo) se il gattino deve ancora arrivare, o provare a “tornare indietro” nel processo nel caso si evidenzino dei problemi. Tuttavia, penso che in ogni caso sia bene farsi aiutare da un esperto (etologo o veterinario comportamentalista) che venga a casa a valutare la situazione.
Buonasera. Leggendo le varie esperienze mi reputo molto fortunata, ho una gatta di 5 anni e da meno di una settimana ne è arrivata un altra di 3 mesi. Ho deciso di prendere un altra gattina proprio per compagnia ad ivi (la grande) anche io nn ho avuto la possibilità di tenerle divise ma dal primo istante che l ho portata a casa nn ho avuto grossi problemi e dopo tre giorni hanno cominciato a dormire vicine fino a stasera 5 giorno che le ho viste leccarsi. Sono veramente molto felice è bellissimo vederle giocare rincorrersi dormire mangiare fare tt in sieme. Sono molto felice x loro spero le cose nn cambino… Quindi abbiate fiducia sono veramente esseri speciali
Buongiorno Dottoressa,
tra qualche mese riprenderò a lavorare e il mio gatto di 1 anno rimarrà più di 12 ore completamente solo a casa. Con mio marito avevamo pensato di prenderne un altro, una gattina di 9 mesi. Quindi fra i due gatti ci sono solo 3 mesi di differenza. Sono entrambi sterilizzati. Il mio gatto è molto buono mi segue come un ombra in casa ed ama molto la compagnia, è un curiosone e chiaccherone. Leggendo vari post su altri siti e gruppi leggo di molte persone con problemi grossi con l’inserimento.Sinceramente mi è venuta un pò di ansia… Inoltre il mio gatto ha libero accesso a tutta la casa non c’è un vano in cui non dorme , gioca, quindi sarebbe veramente difficile tenerli separati. So che a priori non si può capire cosa potrà succedere. Ha qualche suggerimento da darmi? Grazie
Salve, non si può sapere a priori cosa accadrà, ma mi sento di consigliarle di non prendere altri gatti per il motivo che il gatto rimarrà da solo. Molti gatti, anche se si tollerano, non si fanno veramente compagnia. Dovrete interagire con lui quando siete presenti e lasciargli a disposizione alcuni giocattoli/diversivi (rametti, scatole…). Se invece desiderate comunque prendere un altro gatto, considerate se gli spazi a disposizione sono adeguati (ogni gatto deve poter isolarsi, avere la propria cassetta, i propri luoghi di riposo ecc), e fatelo ora che potete seguire l’inserimento, che deve essere graduale, meglio se seguiti da un esperto.
Allora dottoressa io ho una gatta di 5 anni che lo abituata ad uscire ma ho anche da 4 mesi un nuovo arrivato di nome Noah però la mia gatta non viene più su ne a mangiare ne a dormire è sempre fuori e sinceramente sono molto preoccupata perché le voglio più bene a lei che all’altro creda come posso fare grazie
Salve, visto che la situazione va avanti da un po’, io mi farei aiutare a casa da un esperto, etologo o veterinario comportamentalista. La gatta probabilmente ha deciso di non voler dividere nulla in casa con l’altro gatto (per sue personali caratteristiche o in relazione ad un inserimento fatto in modo non corretto), quindi (fortunatamente) ha trovato un altro ambiente da occupare. Secondo me merita provare ad analizzare la cosa con un esperto per vedere se la situazione si può sbloccare, in modo che la gatta torni a frequentare anche la casa, ma ritengo che una situazione del genere (cioè spazi divisi per volere della gatta) sia comunque accettabile se non si può/non si riesce ad intervenire con un percorso.
Salve a tutti! Ho un gatto maschio, castrato, di 11 anni con un bel caratterino… Non è molto socievole e si lascia avvicinare solo quando decide lui.
Io e la mia famiglia stiamo pensando di adottare un gattino di pochi mesi abbandonato insieme ai suoi fratelli in una scatola lasciata sul ciglio della strada. I miei genitori sono però preoccupati che il nostro gatto adulto possa far del male al piccolo e mai abituarsi alla sua presenza.
In passato abbiamo già tenuto in stallo dei trovatelli in attesa di dare loro una casa e in entrambi i casi il mio gatto si è dimostrato irascibile e nervoso, nonché indispettito nei nostri confronti. Quindi in base a queste esperienze, abbiamo sempre desistito dal prendere un altro gatto.
Ora però si è presentata questa occasione e siamo molto tentati. Cosa consigliate? Pensate che 11 anni siano ormai troppi e che il mio gatto per via della sua età non ne accetterà mai un altro…?
Salve! L’idea di dare casa a gattini bisognosi è lodevole :), ma mi sentirei di sconsigliare l’adozione. Ovviamente non conosco il gatto adulto quanto voi, ovviamente non possiamo essere sicuri di una sua reazione (questo nè voi nè io), ma sconsiglio l’adozione viste le premesse: si è mostrato irascibile e nervoso ed è un gatto che comincia ad invecchiare. Io gli eviterei questo stress (perchè comunque l’inserimento di un nuovo gatto è sempre fonte di stress, almeno all’inizio)
Salve ,
ho bisogno d’ aiuto . Ho adottato un gattino due anni fa che ora abita a casa dei miei genitori confinanti . ora ho preso un gattino di due mesi , che abita nel mio appartamento ma il giardino è in comune e quando mi reco dai miei il gattino mi viene dietro che è territtorio del gatto adulto . Il gatto adulto prima dell arrivo del micino aveva libero accesso anche al mio appartamento ora che si è reso conto del nuovo arrivato da me non viene più.
Ora il problema rimane che quando vede il micino , a casa sua soffia e ringhia . Li abbiamo allontanati ,e lasciato oggetti del micino nella sua propietà . Ovviamente ringhia e soffia ai giochi come anche a noi adulti proprietari e non si fa più accarezzare . Ora come fare per migliorare la conoscenza ?grazie
Salve, la reazione del gatto adulto rientra nella “normalità” (sia i soffi che il non venire più a casa sua). Quando vede il gattino nel giardino comune cosa fa? In termini generali, avete fatto bene a fare lo “scambio” di odori attraverso oggetti, proseguite così (anche facendo l’inverso, cioè oggetti dell’adulto dal piccolo, anche se di solito i cuccioli sono ben adattabili e non hanno grossi problemi – a parte in certi casi la paura). Il fatto che soffi ancora ai giochi, significa che bisogna rimanere a questo step dell’inserimento ancora un po’. A voi in che occasioni soffia? Anche questo aspetto con il tempo dovrebbe rientrare nella normalità, ovviamente non forzate i contatti fisici con lui
Salve ,ho una gatta meravigliosa di 3 anni sterilizzata,vive libera e ha il suo sportello per rientrare a casa quando vuole. da poco ho adottato un cucciolo di 4 mesi maschio sterilizzato ,lo abbiamo inserito un po’ alla volta ma la gatta grande ora passa tutto il tempo fuori e quando cerca di tornare e’ piantonata da lui che la segue e cerca un contatto ,lei gli soffia e se ne va’ infastidita ,poi annusa sente l odore del maschio e se ne va’ e’ il risultato e ‘ che lei sta’ qui intorno ma non rientra ..una vicina gli da’ da mangiare e la gatta ora tende a stare con loro al posto di tornare. non vorrei rinunciare a nessuno dei due ma ho paura di perderla ,avevamo un rapporto speciale ma ora a malapena si gira quando la chiamo e questo mi spezza il cuore. il gattino sembra voglia andare in tutti i posti dove prima stava lei e mangiare dalla sua ciotola ,e anche sgridandolo sempre continua a farlo ,sembra per dispetto o per colonizzare la casa.. sono passati un paio di mesi cosi’ e non so’ piu’ che fare? Grazie
Salve, il gatto non sta facendo dispetti, ma fa … il gatto: vive e sfrutta il territorio dove è stato collocato, anche “invadendo” spazi di un altro gatto (che però in quel momento non è presente). La gatta, d’altro canto, ha deciso che la convivenza non le va bene e ha deciso di utilizzare altri spazi (aggiungo: menomale che li ha, altrimenti avreste visto aspri conflitti). Il fatto che la gatta interagisca meno con voi non ha a che fare con l’affetto, ma probabilmente con il fatto che non si sente sicura nel’ambiente vecchio e quindi, in quell’ambiente, non “può” mostrare i comportamenti affiliativi con voi come prima. Il fatto che non abbia accettato la convivenza può essere dovuto o ad un inserimento non fatto gradualmente come invece necessitava, o appunto ad una “incompatibilità” vera. In questi casi a volte propongo di provare a tornare indietro con l’inserimento (vedi step del processo nell’articolo), ma in questo caso bisognerebbe tenere il maschio parecchi giorni chiuso in una stanza, in modo che la gatta si “riappropri” della casa, e solo dopo un po’ di giorni iniziare con scambio odori, vedersi da una fessura della porta ecc. Non so a questo punto come la potrebbero prendere i gatti… Consiglierei di contattare un esperto, etologo o veterinario comportamentalista, che venga a casa a valutare la situazione per decidere il da farsi. Consideri che, “alla peggio”, la gatta ha trovato un’altra dimensione che bene o male la fa stare meglio (perchè la dobbiamo vedere dal suo punto di vista) rispetto alla convivenza forzata.
Buongiorno dott.ssa Eva,
Le scrivo per chiederle un consiglio. Abbiamo un gatto di 6 anni molto affettuoso e dolce, dove ha la possibilità di uscire quando vuole in quanto siamo muniti di una porticina per gatti con il riconoscimento del microchip. Il problema è che 2 settimane fa abbiamo preso un gattino di 3 mesi, abbiamo separato una zona della casa per il piccolo con un cancello per bambini in modo che il “vecchio gatto” avesse tutta la sua libertà.
il primo giorno dell’arrivo del cucciolo il “gatto vecchio” ha voluto di sua iniziativa entrare nella zona del piccolo, si sono annusati è tutto sembrava andare bene, poi nei giorni a susseguirsi stessa cosa solo che ogni tanto il “vecchio gatto” soffiava al cucciolo e lo si vedeva molto nervoso (giustamente) in quanto il piccolo molto irruente e giocherellone.
Dopo l’arrivo del nuovo cucciolo abbiamo notato che il “vecchio gatto” entrava in casa solo per mangiare ma non restava più per farsi i suoi pisolini! Il nostro terrore che non voglia più stare con noi! Soprattutto Adesso che dopo 2 settimane il piccolo è riuscito a scavalcare il cancello gironzolando per tutta la casa. Ovviamente venuto inutile abbiamo deciso di eliminare il cancello.
cosa possiamo fare con il “vecchio gatto” visto che ora non ha più possibilità di avere il suo spazio? Se prima entrava a stento ora non entrerà più! La ringrazio tanto Jenny
Salve, come può leggere nell’articolo, l’inserimento non è stato fatto in tutte le sue parti come descritto, nel senso che avete diviso i gatti, ma in realtà questi si sono subito visti e hanno interagito da vicino. Potrebbe provare a rifarlo da capo, oppure, considerato che il gatto adulto ha spazi ampi a sua disposizione, lasciare le cose come sono e vedere se il gatto adulto ricomincia a frequentare la casa. E’ comunque una fortuna che gli spazi ci siano e il gatto sia “Libero” di gestirseli; in questo momento tendenzialmente sta meglio facendo così, rispetto a dover stare per forza vicino ad un gatto che per ora non considera amico o familiare. Ovviamente le risorse anche in casa devono essere presenti in numero adeguato e ad una certa distanza, ad esempio due o tre ciotole, due o tre lettiere (se il gatto adulto usava la lettiera) ecc. in modo che su questi aspetti si riducano le possibilità di conflitto.
Buonasera, ho Fortunella di 12 anni e Osvaldo si 11 anni; da oltre 2 mesi è arrivato Elia, ora ha 4 mesi, all’inizio ho fatto un inserimento graduale, sembrava tutto a posto, ma ora Fortunella è impaurita (è norvegese delle foreste) scappa, va sotto il letto, lui vuol giocare, ma lei hai dei comportamenti anomali, spero che la situazione migliori quando lui crescerà perché è diventato difficile avere una vita serena per tutta la famiglia ( Osvaldo) lo ignora del tutto…..vorrei un parere grazie
Salve, difficile capire la situazione a distanza, come dice lei è possibile che la gatta sia infastidita dall’irruenza del piccolo. Inoltre l’età sta avanzando e anche questo può portare a cambiamenti di comportamenti. Posso consigliarle di distrarre il piccolo quando da fastidio alla grande, allontanandolo (non spaventandolo però) e dividerli quando non è presente, lasciando alla gatta uno spazio più ampio di casa o comunque l’accesso ai suoi luoghi preferiti. Può provare ad usare un diffusore Feliway Friends (c’è scritto che è per l’amicizia tra gatti ma in realtà è un tranquillizzante generale). Le consiglierei però un consulto con un esperto, in questo caso proprio un veterinario comportamentalista, in quanto andrebbe valutato se il comportamento della gatta è da imputare solo alla presenza del piccolo o anche ad un decadimento cognitivo.
Buonasera,
Credo di avere un problema con l’inserimento di due gattine. Avevo due gatte adulte, 12 anni, sorelle, e una è venuta a mancare ad agosto. La sorella è rimasta quindi sola, e da allora è diventata molto più affettuosa e sedentaria. Poco tempo fa abbiamo deciso di prendere due cucciole che altrimenti sarebbero rimaste abbandonate a loro stesse, hanno indicativamente 3 mesi. Abbiamo seguito tutti gli step del percorso di inserimento, ma purtroppo la mia gattona ha reagito male. Non cerca di attaccarle, ma soffia e piange quando le vede, non vuole più stare in casa (abito in campagna quindi le mie gatte sono sempre state libere di andare e venire come più preferivano) e da qualche giorno mangia pochissimo. Anche con noi è diventata aggressiva, e si rifiuta categoricamente di frequentare qualsiasi altro spazio frequentato dalle due micie. Secondo lei, è una reazione momentanea, o non riusciremo mai a compiere un buon inserimento? Sono preoccupata perché non vorrei aver rovinato gli ultimi anni della grande per aver fatto il passo più lungo della gamba. La ringrazio
Salve, se ha già fatto tutti gli step dell’inserimento (compresa la separazione iniziale e lo scambio odori) nei giusti tempi, l’unica cosa da provare è tornare indietro nel percorso, quindi ad esempio dividere la casa nuovamente per non far incontrare direttamente i gatti. Vista però l’età della gatta, consiglierei comunque già un consulto con un etologo o veterinario comportamentalista che valuti la situazione in modo specifico. Nessuno però potrà dirle con sicurezza che l’inserimento andrà a buon fine, neppure se fatto ad hoc, perchè dipende dalla soggettività dei gatti, e, nel caso di un gatto non più giovane, dalle capacità di adattamento (che nell’anziano calano). Il fatto che la gatta abbia molto spazio (può uscire) è in realtà molto positivo, perchè così può sfruttare altri spazi ed allontanarsi dagli “intrusi” quando vuole
Gentilissima dott.ssa Ricci,
anche io ho il problema dell’inserimento di una micetta (trovata per strada senza madre) che la mia gatta ‘ufficiale’ di 5 anni rifiuta. Ho cercato l’inserimento graduale, ma senza successo. Attualmente i due gatti vivono da separati in casa. La piccola dorme con mia figlia in camera sua e durante il giorno nella stanza della televisione (c’è sempre qualcuno in casa e comunque la piccola non presenta nessun problema di inserimento). La grande vive in tutto il resto della casa, rifiutando ogni contatto con la cucciola. Ho provato a mettere la rete ma è inutile, dato che la gatta di casa non si avvicina e resta tutto il giorno a dormire nelle altre camere della casa. Se tentiamo di avvicinarla a forza alla micetta, ringhia e diventa aggressiva. Verso di noi ha un comportamento di premio-punizione: se abbiamo l’odore del micetto piccolo ci ignora, altrimenti ci fa anche le fusa. Comunque non ha perso l’appetito, anche se si vede che vive male la situazione. Sono ormai passate 3 settimane di ‘convivenza forzata’ senza apprezzabili evoluzioni. Cosa ci consiglia di fare? Forzarla al contatto? Grazie!
Salve, se l’inserimento è stato fatto davvero con tutti gli step, mi sento di consigliare di aspettare ancora. Tre settimane per adattarsi ai cambiamenti non sono molte. Continui a mantenerle divise, la rete va bene, se non ci si avvicinano ora, però potrebbero farlo in futuro. La cosa principale è non forzare nulla! Neppure piccoli tentativi di forzatura, questo è fondamentale. Mi viene in mente che se ora sono divise, per entrambe lo spazio a disposizione è più o meno ridotto “ridotto”, per cui, se già non è stato fatto, è necessario arricchire gli ambienti con distrazioni e possibilità di salire in alto (non so se i gatti hanno accesso all’esterno). Consiglio comunque un consulto con un etologo o veterinario comportamentalista che venga a casa per valutare la specifica situazione, anche perchè capire gli step dell’inserimento non è difficile, ma può essere difficile capire quando i gatti sono pronti a passare allo step successivo, vanno quindi letti i comportamenti e valutato lo stato emotivo
Grazie per la risposta. I gatti non hanno accesso all’esterno. Viviamo in un appartamento in città, piano alto. Seguiremo il suo suggerimento cercando di arricchire gli ambienti e aspetteremo ancora un po’ (comunque in famiglia mi hanno subito redarguito, sono passate 4 settimane e no 3 come ho scritto!), prima di ricorrere ad un veterinario comportamentalista (che non so dove reperire). Un particolare che ho omesso e forse può avere importanza: la nostra gatta grande di casa ha un occhio menomato (è caduta dal balcone quando era piccola e si è salvata miracolosamente perdendo purtroppo completamente l’uso di un occhio). Chissà se questa menomazione la rende più insicura nei rapporti con gli altri gatti?
Si, ma tra 3 e 4 settimane non cambia molto. Per la menomazione della gatta, non possono esserne certa, ma di solito gli animali si adattano bene a questo tipo di disabilità. Per il veterinario comportamentalista, qui http://www.fnovi.it/albi-e-iscritti/ricerca-iscritti-per-ambiti-professionali?ambito=2 e qui https://www.sisca.vet/mvc/mvc-in-italia.html può trovare nominativi di esperti divisi per regione e provincia. Inoltre il suo veterinario potrebbe avere nominativi da darle
Il mio veterinario non mi aveva accennato a questa possibilità. Grazie di tutto!
Salve, le scrivo perché non riesco ad interpretare il comportamento della mia gatta. In pratica ho una gatta di due anni e da 6 giorni abbiamo preso un nuovo gattino di circa 40 giorni, la gatta è molto curiosa nei suoi confronti, hanno già avuto contatto e giocano insieme, ho notato che la gatta in certi momenti mette intono a lui le zampe e lo mordicchia, però non sembra far male al gattino che non miagola e comunque ci torna come per volerci giocare di nuovo. Nonostante questo io li divido perché ho paura che la gatta così faccia male al cucciolo. Non so se il suo comportamento è fatto con affetto o altro, non so neanche se è un comportamento normale o no.
Ringrazio in anticipo per la disponibilità
Salve, potrebbe essere una tentativo di allo-groomig, cioè pulizia dell’altro(che però ha anche un significato di coesione sociale), ma andrebbe visto il comportamento, quindi non posso essere più precisa, mi spiace
Ho da 3 giorni una gattina di due mesi e non riesco ancora a farla accettare dal mio Gatto di 3 anni sterilizzato che purtroppo soffia alla piccola che invece vuole giocare e non ha paura. Li ho divisi in casa e ogni tanto li faccio incontrare ma purtroppo il maschio soffia in continuazione e scappa via.
Salve, non bisogna avere fretta durante gli inserimenti! 3 giorni sono… nulla :) Li tenga divisi per qualche giorno e poi segua con calma gli step che ho illustrato nell’articolo senza avere fretta di farli incontrare. Può cercare un esperto, etologo o veterinario comportamentalista, che la supporti nel percorso
Buonasera, da poco o portato due micini piccoli a casa il mio gatto adulto soffia e fa rumore, dice che si ha abituera con i nuovi gattini, perché è sempre fuori non vuole entrare in casa volentieri mangia solo fuori in cortile in casa no. Io spero che prima è poi si abituano
Salve, la reazione del gatto adulto può essere normale, perchè potrebbe vedere i nuovi arrivati come degli “invasori”. Provi a seguire le spiegazioni dell’articolo per inserire un cucciolo, e non abbia fretta! può comunque rivolgersi ad un esperto (etologo o veterinario comportamentalista) per una consulenza a casa
Da pochi giorni ho preso un terzo gattino di tre mesi .
Ho già due gatti uno adulto di 8 anni e uno giovane di 2 anni .
E successo che la gatta adulta non sopporta più quello giovane di 2 anni da quando e arrivata il gattino . ,non giocano più insieme e si fanno del male .
Il gatto giovane si e adattato molto bene a quello piccolo e stanno molto insieme invece quella adulta non li sopporta più e gli ringhia a tutte e due . Cosa posso fare ? Adesso li tengo in stanze separata per evitare i litigi .
Salve, ha fatto bene a separarli, questo, come scritto nell’articolo, sarebbe proprio il primo step: i gatti inizialmente non si devono incontrare, e poi si parte con un inserimento graduale. Può provare a seguire i consigli dell’articolo, che però sono di carattere generale. Inoltre, visto che ci sono già stati conflitti perchè i gatti residenti si sono incontrati con il nuovo gattino e visto che si sono create delle problematiche relazionali tra i due adulti, mi sentirei di consigliare un consulto a casa con un esperto, etologo o veterinario comportamentalista.
Buonasera dottoressa.
Ho due gatti piuttosto giovani, un anno, maschio e femmina, cugini, entrambi sterilizzati. Poche ore fa ho portato a casa una micina di circa 40 giorni. Non era preventivato, ma rischiava l’abbandono e quando i nostri sguardi si sono incrociati ogni resistenza è sparita. Così mi sono documentato sull’inserimento e quando ho letto tutto ho capito che la mia situazione si presenta complicata. Purtroppo infatti vivo in una casa senza porte (bagno a parte) per cui mi è impossibile tenerli separati. Si sono incontrati ed ovviamente soprattutto le due femminucce si sono soffiate a vicenda, pur senza aggredirsi. Inoltre, nonstante le lettiere separate, i gatti grandi hanno subito usato quella della piccola. Al momento l’atteggiamento dei mici “indigeni” è più che altro di diffidenza: si avvicinano alla piccola, annusano e soffiano. Lei soffia a sua volta ma si vede che è spaventata. Data la situazione particolare del mio appartamento, mi consigliate di trovare un’altra sistemazione per la piccola? Voglio bene a tutti e 3 e mi dispiacerebbe forzarli in una convivenza impossibile. Grazie per qualsiasi suggerimento.
Salvo.
Salve, la situazione in effetti è complicata perchè la separazione i primo giorni è pressocchè tassativa. E gli spazi a disposizione sono importanti. Per ora li dividerei comunque almeno alcune ore al giorno (mettendo la piccola nel bagno) e fornirei nuovi nascondigli e, per gli adulti, possibilità di salire in alto (es. tiragraffi a sviluppo verticale). Non forzate mai i contatti. Vista la situazione consiglio caldamente di cercare un esperto che venga a casa (etologo o veterinario comportamentalista) in modo che possa valutare la fattibilità dell’inserimento. Dott.ssa Eva Ricci, etologa e medico veterinario
Buonasera dottoressa.
Volevo aggiornarvi e fornire la mia personale testimonianza nel caso qualcuno possa trovarla utile. Ho seguito i suoi consigli e grazie anche a un po’ di ingegno, la situazione ha avuto uno sviluppo positivo. Infatti ho trovato un modo per chiudere una stanza e sistemarci dentro la gattina, in modo da non farli incontrare. Ho passato del tempo con lei, tranquillizzandola, e come suggerito ho scambiato ogni giorno le copertine e i giochi dei mici per farli abituare ai reciproci odori. Ho anche consultato il veterinario, descrivendogli ciò che stavo mettendo in atto e lui ha ovviamente approvato. La piccolina ogni tanto si faceva sentire miagolando e gli altri due, quindi, avvertivano distintamente la sua presenza e quando questo avveniva, piantonavano a lungo la “porta” chiusa. Dopo due soli giorni, i gatti adulti hanno iniziato a cercare di entrare con sempre maggiore insistenza nella stanza della piccola, così, vista anche la reazione positiva ai giochi e alle copertine con l’odore della nuova arrivata, ho provato a togliere la porta e sostituirla con una rete. Con mia grande sorpresa, tutti e tre si si sono avvicinati alla rete e, mentre i due grandi passavano dalla curiosità alla voglia di giocare (si mettevano spesso a pancia in su), la piccola continuava a soffiare verso gli adulti con una certa frequenza. Ma già in serata, comunque, pur se separati dal sottile spessore della rete, erano tranquilli una accanto agli altri. Anche la rete è durata poco: i due adulti davano segni di impazienza e volevano entrare nella stanza, così ho azzardato il primo incontro. I gatti grandi si sono avvicinati alla piccola e si sono messi ad annusarla, con lei che invece soffiava e li minacciava con le zampe. Stavo per rimetterli fuori, quando mi sono accorto che se i due adulti si allontanavano era la piccola che si avvicinava e cercava un contatto, così ho lasciato che continuassero a conoscersi. In breve, i due adulti si sono dimostrati pazienti e tranquilli, hanno “redarguito” la piccola solo quando questa si accaniva sulle loro code, ma l’atmosfera sembrava più di gioco che di sfida. Non ho più rimesso la rete, ho trasferito ciotola e lettiera della nuova arrivata insieme a quelle degli adulti ed ho continuato a sorvegliarli con discrezione per essere sicuro che non ci fossero problemi. Quando ieri mattina ho visto la femmina adulta che lavava la piccola, ho capito che ormai potevo stare tranquillo. Grazie ai vostri consigli e alla giovane età dei gatti di casa, l’inserimento sembra essere perfettamente riuscito anche con le premesse non ottimali. Adesso i gatti condividono gli stessi spazi e l’unico problema che ho è che nessuno dei tre mangia nella sua ciotola: i due adulti finora si sono sempre scambiati senza problemi le loro e stanno facendo lo stesso con la piccolina, solo che lei non può, alla sua età, mangiare il loro stesso cibo. Se provo a rinchiudere la piccola mentre do il cibo ai grandi, questi non mangiano finchè non arriva anche lei. Risolveremo anche questo, comunque.
Grazie ancora per la disponibilità.
Salvo.
Salve a tutti ho.un gatto di 1 anno e venerdì ne prenderò un altro cucciolo . Mi date qualche consiglio, ho tanta paura di sbagliare
Salve, alcuni consigli: metti il gattino in una stanza dedicata a lui, inizialmente i gatti non si devono incontrare. No tenere i gatti vicini in braccio o nel trasportino, forzando i contatti. Bisogna avere pazienza, inizialmente i gatti NON staranno contemporaneamente insieme negli stessi spazi. Leggi l’articolo che ti spiega i passi da fare per un corretto inserimento. Se sei dubbiosa, ti consiglio di contattare un esperto, etologo o veterinario comportamentalista, che ti segua. Dott.ssa Eva Ricci, etologa e medico veterinario
Buongiorno
Ho deciso di prendere due gattini maschi dopo che il mio adorato micione Oscar mi ha lasciato ho ancora una micia in casa che ha circa 6 anni
È circa 2 gg che ho preso questi 2 gattini che sono fratelli loro nn hanno avuto nessun tipo problema nell’adattarsi al nuovo ambiente il problema è la micia …
I gattini stanno quando sono in casa liberi mentre di notte e quando noi mangiamo e quando voglio stare con la micia stanno chiusi in bagno dove hanno la lettiera le ciotole e la loro cuccia tutto questo per far si che anche la micia abbia i suoi spazi
Lei li annusa e poi ringhia e se ne va via passa il tempo a osservarli dall’alto, quello che mi preoccupa e che tra un po’ anche loro saranno in grado di saltare a arriveranno dove lei al momento si sente al sicuro cosa posso fare in modo che si riesca ad avere una buona covivenza? Ho sbagliato qualcosa?
Salve, come scritto nell’articolo, l’introduzione di un nuovo gatto genera sempre stress, almeno all’inizio. Il comportamento della gatta mi sembra rientri nei limiti della norma per la nuova situazione, e il suo pensiero è corretto: la gatta ha la possibilità di salire in alto e quindi si sente al sicuro e li osserva, questo è positivo. Fa bene a dare dei momenti di “stacco” alla grande chiudendo i piccoli in bagno, quello che farei ancora per qualche giorno è tenerli ancora più separati, magari destinando ai piccoli una stanza un po’ più grande del bagno, e facendo lo “scambio ambienti” come descritto nell’articolo per poi passare agli step successivi
Buongiorno Dottt.ssa,
ho bisogno di qualche consiglio in merito alla mia situazione.
Sto cercando di far avvicinare il mio gatto adulto (castrato) che vive in casa dei miei genitori al mio cucciolo che invece vive con me ed è ancora intero. Dopo un primo incontro di versi, code ritte e soffi i secondi incontri sembrano essere andati meglio ma non riesco a capire se i gatti litigano o giocano e non so come comportarmi.
Gli incontri avvengono a casa deii miei (luogo familiare al gatto adulto), il comportamento dei felini è il seguente: il piccolo imperterrito si mette a perlustrare tutta la casa e a giocare, il grande lo segue passo passo, lo osserva e non lo lascia mai solo, si rincorrono e si azzuffano. Sembra che giochino finché il grande non morde il piccolo sul collo. Le prime volte non mi sono preoccupata dato che si vede che non utilizza forza … ma poi il piccolo si è lamentato.
In realtà sembra che il cucciolo provochi il grande e che lo voglia addirittura attaccare (orecchie basse, schiena ricurva… per poi subito dopo buttarsi pancia all’aria in senso di gioco). Faccio veramente fatica ad interpretare.. qualche consiglio? e sopratutto potranno mai andare d’accordo considerando però che si vedranno solo qualche ora al giorno e che non vivranno mai nella stessa casa?
Il mio obiettivo è quello di farli diventare buoni amici in modo che in caso di necessità io possa portale il mio cucciolo a casa dei miei e viceversa.
grazie
Salve, senza vedere il comportamento dei gatti è difficile dire se giochino. Diciamo che se volgiamo fare un discorso probabilistico, è poco probabile che la prima volta che due gatti si vedano (se sono adulti o uno adulto e uno cucciolo), giochino. Perchè prima c’è una fase di “studio” e l’arrivo di un nuovo soggetto nel territorio di un altro provoca sempre stress, almeno all’inizio. In linea generale far incontrare i gatti così non è molto proficuo. Purtroppo non posso dare una “prognosi”, cioè dire se diventeranno amici e se, una volta portati uno in casa dell’altro nel futuro, le reazioni saranno sempre le stesse.
Salve Dottoressa, le spiego brevemente. Ho preso questa gattina di quasi 3 mesi con noi, che abbiamo già una gatta di 2 anni. Fatto sta che l’inserimento con Feliway, pian piano ha fatto il suo corso, rispettano ognuna gli spazi dell’altra, giocano insieme, mangiano insieme, la grande ha anche pulito la piccina, ma tutto si ferma qui. Mi spiego meglio. É quasi un mese che sono insieme e noto che quella di 2 anni ha cambiato proprio comportamento. Non è più affettuosa con noi, è spesso nervosa e se l’accarezzo non fa più le fusa, la vedo proprio cambiata, ci sono solo dei momenti in cui mi sembra di riconoscere il suo usuale comportamento, ovvero quando la mattina mi accoglie e quando si struscia a noi, ma nulla di più. Solo ricordi.
Salve, nonostante la socializzazione tra i gatti, da quello che mi scrive, sembra andata abbastanza bene, è possibile che comunque la gatta senta una “pressione sociale” alla quale si deve adattare. anche nei migliori inserimenti c’è un periodo di adattamento variabile che può portare un po’ di stress, tanto che mi dice che è spesso nervosa. Le consiglierei di non forzarla ai contatti, eventualmente, se la gatta è propensa, creare dei rituali con il gioco attraverso oggetti e le consiglio di osservare molto bene le interazioni tra i due gatti per capire se veramente vanno d’accordo o c’è qualche criticità. Molto importante è anche la gestione delle risorse, ad esempio per due gatti servono 3 lettiere posizionate in modo consono. Può chiedere agli esperti una consulenza specifica in modo da avere un aiuto a capire meglio le dinamiche
Buonasera dottoressa, abbiamo in casa un micione di 15 mesi, un pacioccone tranquillo, ora da tre giorni anche una micia di appena due mesi. Simba, il micio, non appena la vede muoversi , la picchia di brutto ed un paio di volte ha provato a morderla sul collo. Come posso risolvere?
Salve, l’inserimento è sempre un processo delicato. Inizialmente i gatti devono essere divisi permanentemente, si devono valutare i livelli di stress e gli spazi a disposizione e poi eventualmente iniziare un percorso a step (che sono illustrati a grandi linee nell’articolo). Consiglio un consulto con un esperto, etologo o veterinario comportamentalista, per farvi aiutare in modo specifico, anche perchè si sono già avuti pesanti conflitti.
Buongiorno Dott.sa.
Ho una gatta Matisse di 12 anni mooooolto attaccata a me e a fine Agosto ho salvato un gattino dalla strada essendo che nessuno lo voleva l’ho portato a casa io….
Il gattino Dalí ha 6 mesi e al momento occupa una stanza che ha accesso alla terrazza.
Sto iniziando la sera a lasciare aperta l’altra porta balcone e chiudere Dalí nella stanza lasciando le persiane socchiuse in modo che Matisse vada a curiosare.
Ammetto di essere abbastanza morbosa ed ansiosa verso Matisse….
Premesso ciò vorrei capire come procedere nei successivi step e ogni quanto tempo ripeterli anche perché Matisse ogni tanto durante il giorno mi soffia e ringhia….
Spero solo di non averla ferita e capisca che vorrei avvicinarla a Dalí per avere un po’ più di compagnia….
Aspetto con il cuore una Sua risposta ?
Salve, il comportamento della gatta è nella norma, cioè è normale che un gatto anziano veda in un nuovo gatto un “intruso”. Raramente un gatto abituato a vivere solo da tempo vuole compagnia di un altro gatto, ma potrebbe comunque tollerarlo. Ci vuole pazienza. Gli step generali sono quelli illustrati nell’articolo, ma il momento di passare allo step successivo o la necessità di “tornare indietro” dipendono dalle risposte dei gatti :) Vista l’età della gatta e visto che Matisse sta manifestando stress e anche comportamenti alterati verso di lei, le consiglio di rivolgersi ad un esperto, veterinario comportamentalista o etologo.
Gentile Dottoressa, le chiedo getilmente un consiglio, perchè ho paura di sbagliare. Ho una gattina di 8 anni, raccolta quando aveva circa 3 mesi. La casa e il giardino (recintato) sono a sua disposizione ma mi sembra”invidiare” la gatta dei vicini, che è libera di uscire dal suo giardino. Quando rentra e passa sulla ringhiera di divisione, la nostra gatta inizia a soffiae e cerca di aggredirla, penso quindi che abbia un carattere molto territoriale. Passa molto tempo a dormire e mi pare che si annoi e soffra la solitudine, per questo vorremmo prendere un altro gattino in modo che possano farsi compagnia. Il veterinario ci ha consigliato di prendere un cucciolo maschio (dafar successivamente sterilizzare). Va bene? Non so come gestire il problema delle stanze in cui tenerli divisi all’inizio, perchè la nostra gatta ha cucce in ogni stanza e le porte sono sempre aperte (la casa è piccola). Temo che possa sentirsi messa da parte e che la cosa non funzioni, mentre vorrei che fosse felice. In passato abbiamo avuto 5-6 gatti contemporaneamente, spesso cuccioli con la mamma, e vivevano assieme felici. Avrebbe qualche suggerimento specifico? L’ostilità che manifesta verso la gatta dei vicini, potrebbe riprodursi con il nuovo arrivato? Grazie.
Salve, la domanda è interessante e cercherò di risponder per punti. Le mie sono indicazioni generali e spunti di riflessione, non conoscendo la situazione da vicino. Una gatta adulta/senior sempre vissuta da sola, anche se appare annoiata, probabilmente non ha bisogno di un altro gatto per “svagarsi”. Per capire se veramente si annoia (ma se vive il giardino volentieri credo che il rischio sia basso) e capire perchè dorme “tanto” servirebbe una valutazione ad hoc da parte di un esperto in comportamento e anche un check up dal veterinario curante per capire se dal punto di vista fisico è tutto a posto (compresa la tiroide). Se comunque un proprietario vuole adottare un secondo gatto per suo desiderio di allargare la famiglia, deve considerare che gli spazi a disposizione sono molto importanti, anche perchè almeno all’inizio ci deve essere separazione fisica tra i gatti (almeno all’inizio l’introduzione di un nuovo gatto porta sempre stress). Avere una casa piccola potrebbe essere un problema, voi avete il giardino che è un grande arricchimento anche in termini spaziali, ma forse con l’arrivo dell’inverno non si potrà tenere sempre aperto e magari la gatta vorrà stare più in casa. Infine, in termini generali, le reazioni che la gatta ha verso la gatta dei vicini possono farci capire che è molto territoriale e questo potrebbe riprodursi con il nuovo arrivato, all’inizio. Ma lo scopo di un inserimento graduale è proprio quello di far si che le probabilità che i gatti si accettino aumentino. Quindi, io valuterei bene l’eventualità di prendere un secondo gatto in relazione agli spazi presenti e alla personalità della gatta. La motivazione della “compagnia” la lascerei in secondo piano. Il sesso del gatto che arriva per me è abbastanza ininfluente. Può comunque rivolgersi ad un esperto, etologo o veterinario comportamentalista, per una valutazione e per farsi seguire in un eventuale percorso se decidesse di adottare.
Buongiorno,
Ho una gatta di 10 anni e da una settimana ho adottato un cucciolo di 3 mesi. La gatta e’ sempre stata abituata ai cambiamenti, abbiamo cambiato piu’ volte casa e anche trasferiti in un altro paese.
Inoltre, e’ andata diverse volte a contatto con altri gatti, e in base al gatto ha reagito positivamente o negativamente.
Il cucciolo per il primo giorno e’ stato chiuso in una camera, alla fine del secondo giorno si sono visti attraverso una rete. La gatta adulta ha soffiato, il piccolo non ha reagito.
Ad oggi stiamo procedendo con lo scambio di odore e la maggior parte della giornata sono separati. Entrambi hanno la propria camera separata, e durante il giorno li alterniamo in soggiorno.
Li facciamo vedere solo un paio di momenti al giorno (senza rete), e cerchiamo di stimolarli con cibo o giochi.
La gatta adulta ogni volta che lo vede gli soffia e a volte tira delle zampate (sembra senza unghie). Il piccolo non reagisce, non e’ aggressivo. Rispetto ai primi giorni dove la gatta adulta non mangiava in sua presenza e stava principalmente in camera sua, adesso nei momenti insieme riesce a mangiare o a giocare e sta tornando alle sue abitudini di sempre.
Mi chiedevo se la tecnica di tenerli generalmente separati e farli vedere solo pochi momenti al giorni possa essere giusta o controproducente. Non vorrei che la gatta adulta avesse ripreso le sue abitudini solo perche’ ha accettato di condividere la casa ma senza stare insieme.
L’idea sarebbe quella di aumentare di giorno in giorno la quantita’ di tempo insieme.
Salve, la procedura di divisione fisica, scambio odori e scambio ambienti va bene, ma forse la gatta non è pronta per stare “più vicino” senza barriere. Ci vuole pazienza. Quindi in realtà ancora per un po’ io non toglierei le barriere, per monitorare bene le reazioni della gatta. Se le sue abitudini si stanno normalizzando va bene, significa che c’è adattamento. E l’adattamento, il capire che si può convivere arriva proprio grazie alla gradualità. Eviterei di far mangiare la gatta (se si intende il pasto “normale”) in presenza dell’altro, poichè il momento del pasto per i gatti è sacro e deve essere vissuto senza stress. Quello che si può fare è dare bocconcini extra graditi quando i gatti sono uno in vista dell’altro.
Salve, ho due gatti in casa ci circa due anni e a breve arriverà una nuova gattina di circa due mesi. Quando ho adottato il secondo gatto ho fatto l’inserimento graduale e tutto è andato bene ma adesso ho cambiato casa e abito in un open space e l’unica stanza che abbiamo per tenerla separata sarebbe il bagno. L’unico problema è che il bagno sarebbe un po’ piccolo. Abbiamo paura che sia troppo piccolo per farci stare il gatto per una settimana . Possono bastare anche uno o due giorni? O qualcuno ci potrebbe dare qualche altro consiglio? Grazie
Salve, in mancanza di spazi il processo è più difficoltoso. Ricordo che in un inserimento graduale non si preimposta un “numero di giorni” per i vari step, ma si passa da uno step all’altro in base alle risposte dei gatti. Effettivamente lasciare chiusa una gattina in un bagno sarebbe uno stress, ma un minimo di divisione, in linea generale, ci vuole. Penso che sarebbe opportuno per voi avere un consulto da parte di un comportamentalista. Una idea, che le do non conoscendo la situazione, potrebbe essere di lasciare un paio di giorni la gattina in bagno (anche per valutare come si rapporta a voi) e fare scambio odori (veda l’articolo), per poi aprire la porta e vigilare sulle interazioni, posto che l’ambiente sia stato arricchito adeguatamente con risorse per tutti.
Salve ho un gatto di 6 anni e mezzo, maschio castrato. Ho preso una gattina di 3 mesi pensando che quando sono a lavoro si possano fare compagnia e con il sogno di vederli farsi le coccole.
Mao sta sempre con me e nella mia stanza e siamo molto legati, non va nella stanza di mia figlia e non interagiscono molto tra loro.L’inserimento lo ho organizzato facendo stare la gattina nella stanza di mia figlia con mia figlia, e piano piano incontri.L’inserimento é andato abbastanza bene anzi, il pomeriggio dormono insieme sul mio letto, distanti ma sul mio letto. La gattina pero non vuole piu stare nella stanza di mia figlia e viene sempre nella mia, mangia il suo cibo e tenere il cibo lontano poi non permette al mio gatto di mangiare.
ora lui la rincorre e non sembra un gioco. nonostante poi al momento della nanna dormono vicini. ma lui a momenti sembra curioso e contento e altri invece che proprio non la vuole.
Io ho preso dei giorni per seguire questo inserimento ma ora dovro tornare in ufficio e dovro chiuderl;i in stanze separate. ma la cucciola nel frattempo cresce in questo ambiente e da sola chiusa in una stanza e lui nervoso. mi chiedo se questo sia un ebne per entrambi o se pensare che dopo 6 anni e mezzo lui non sia poi cosi felice di avere una compagnia cosi energica.
Per fare del bene mi sembra di stare facendo del male a tutti. lei che si merita solo amore ed educazione e lui che si merita serenita e la sua routine.
grazie per il vostro consiglio e aiuto. secondo la vostra esperienza e’ un gioco quello di rincorrersi? cambiera’? cosa posso migliorare? posso davvero migliorare in qualcosa? grazie di cuore.
Non si può capire a distanza se il rincorrersi sia un gioco o se sia una caccia. Bisognerebbe mettere assieme tutti i pezzi del puzzle. Il gatto che era già in casa ha dei luoghi tutti suoi dove star tranquillo? Sicuramente l’inserimento di un nuovo gatto piccolo con un gatto già grande è spesso vissuto come una invasione dal gatto già residente. Bene se dormono assieme, vuol dire che non si stanno antipatici. Ad esempio i miei Lady e Oscar si rincorrevano per casa, lui rincorreva lei, ma perché lui voleva essere il padrone di casa, lei da quando lui non c’è più (mi dispiace dirlo) è rinata. Probabilmente i tuoi due gatti ora si tollerano, ma si tengono d’occhio per spartirsi gli spazi di casa. Hai posti su mensole o tiragraffi in alto in modo da ampliare anche in verticale lo spazio a loro disposizione?
Buongiorno a tutti.
Ho una gatta adulta di 3 anni e circa una settimana fa abbiamo preso un’altro gattino di 3 mesi.
Il cucciolo fin da subito è stato giocherellone con noi, girava per la sua camera senza problemi, zero paure.
Dopo qualche giorno abbiamo fatto incontrare i due gatti e la gatta adulta non l’ha presa molto bene.
Ora piano piano ogni giorni gli facciamo incontrare un paio d’ore e rispetto alla prima volta, dopo una settimana, passano il tempo nella stessa stanza, però la gatta adulta ogni volta che lo vedi gli soffia senza picchiarlo, invece il cucciolo non fa altro che correrle dietro, la cerca ovunque anche se si vede proprio che la gatta grande non lo vuole intorno, ma lui non smette di cercarla.
Qualche consiglio per aiutare la gatta grande ad accettare meglio il
Cucciolo e smettere di soffia perennemente.
Grazie mille
Salve, è comune che un gatto adulto faccia fatica ad accettare un nuovo gatto in casa. Questo è uno dei motivi per cui è consigliabile fare un inserimento graduale, ciò significa impostare un percorso di conoscenza, come spiegato nell’articolo, che all’inizio prevede una separazione fisica e poi uno scambio attraverso una barriera. Forse nel vostro caso è necessario tornare indietro nel percorso, ricordando che i passi di un inserimento graduale si variano in base alle risposte dei gatti. Se la gatta tollera il piccolo nella stessa stanza è già una cosa positiva, ma bisognerebbe impedire che il piccolo le corra dietro per “disturbarla”. Tutto ciò infatti può creare stress nella gatta (anzi, probabilmente lo ha già creato). Serve “costruire” una tolleranza, tenendo conto che il piccolo al momento potrebbe essere visto dalla gatta come una minaccia a se stessa e/o alle proprie risorse. La gatta soffia per tenere lontano l’altro. Consiglio quindi di rivolgersi ad un veterinario comportamentalista per avere supporto nel processo e valutare lo stato di benessere/malessere dei gatti. Saluti
Buongiorno Dottoressa,
Ho trovato questo articolo che reputo molto interessante, conferma di quanto mi accingerò a fare. Ho due gatti anziani, lei di 17 anni sedentaria, vista l’età, e lui, molto attivo, di 13 anni (nonostante gli anni, non li dimostra proprio). Una mia amica ha appena avuto una cucciolata e mi regalerebbe un micino, che conterei di introdurre a fine luglio. I miei gatti sono abituati in casa, o sul balcone. Se vedono un gatto adulto all’esterno che si mette sul davanzale, soffiano e ringhiano, specialmente la femmina. Però ho pensato che magari con un micino, in casa, si potrebbe comportare diversamente, chiaramente seguendo un inserimento passo passo come quello che descrive lei nell’articolo, e che avevo già pensato di fare.
Secondo lei, però, è una mossa troppo azzardata da parte mia, vista l’età della micia e come si comporta coi gatti adulti all’esterno? Per quanto riguarda il gatto maschio, secondo me lui avrebbe invece piacere di trovare qualcuno con cui giocare, cosa che la femmina non ha mai voluto fare con lui…
Grazie in anticipo per la sua risposta.
Salve, parlando in termini molto generali, non conoscendo la situazione, tendo a sconsigliare un inserimento con gatti anziani che si presume potrebbero stressarsi molto, nonostante un inserimento corretto. Se poi i due gatti già presenti non vanno molto d’accordo fra loro, potrebbe essere necessario “presentare” il nuovo gatto ai due separatamente. Se però lei è molto motivata a prendere il gattino, le consiglio di fare fare una valutazione della situazione da un Veterinario comportamentalista, che poi dovrebbe seguire anche l’eventuale inserimento.