Come far stare il gatto al fresco e proteggerlo dal caldo

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proteggere il gatto dal caldo

Come proteggere il gatto dal caldo? Scrivo questo articolo mentre un caldo torrido pervade ogni singola cellula del mil corpo… E sono le 10 di mattina. Perché è calco, caldo, caldo.

Sarà il riscaldamento globale, sarà che siamo destinati a diventare il prossimo Sahara, non lo so, ma solo un animale può sopravvivere: le zanzare.
Di sicuro non l’uomo. E nemmeno il gatto.

O, meglio, non è proprio così, perché a dire il vero il gatto sopporta il caldo meglio di noi, in quanto si tratta di un animale desertico (ricordate gli antichi egizi che veneravano i gatti? Sono molto diffusi, come altri felini tipo i leoni, nelle zone calde, mentre i cani sono animali che vengono da paesi freddi e soffrono di più il caldo come noi).

Questo non significa che un gatto si può mettere in forno, ovviamente.
La sua temperatura corporea media è di circa un grado più alta della nostra, e il pelo, anche se potrebbe non sembrare, è un ottimo isolante perché protegge dal caldo impedendo ai raggi del sole di giungere immediatamente sulla pelle, a differenza di quanto accade con noi.

Inoltre lo strato d’aria che si crea tra pelle e sommità del pelo è isolante, e proprio come le tute ignifughe (un po’ meno, però) fa sì che il gatto possa stare sotto il sole più di noi.

Come capire se il gatto ha caldo

Ciò che il proprietario deve fare con questo caldo, però, è fare attenzione che il gatto appunto non ne abbia troppo.
Riconoscere che un gatto ha caldo non è difficile, basta fare caso ad una serie di comportamenti particolari come questi:

  • Ricordare che il gatto non suda, e il suo modo per dissipare il calore è leccarsi per far sì che evapori.
    Se si lecca molto, in particolare le zampe, significa che ha caldo.
  • Come noi, quando è caldo la respirazione si fa più intensa, e per istinto il gatto tira fuori la lingua.
    Non ansima come il cane (l’ansimare del cane è come il leccarsi del gatto che è come il sudare nostro) ma lo vediamo con la lingua in fuori, ed è difficile vedere il gatto così a cose normali.
  • Se abbiamo un ventilatore acceso ci va davanti.
    Questo è un segno inequivocabile del caldo, perché a cose normali un gatto non si fa scompigliare il pelo da “quel coso là”.
  • Se ha accesso al bagno, entra nel lavandino, che di solito è freddo, e ci si accovaccia.
    Visto che è anche un posto umido, a cose normali non lo fa.
  • Se poi ha tanto, tanto caldo, smetterà di fare tutte queste cose e si stenderà a terra, disteso e non accovacciato come fa quando dorme, e con gli occhi aperti e non chiusi.
    È un ottimo segno che ci fa intuire il colpo di calore, la situazione in assoluto più urgente e che mette più rapidamente in pericolo di vita un gatto.

Cosa NON fare se il gatto ha caldo

Una volta che siamo riusciti a capire come si vede che il gatto ha caldo, possiamo proseguire con le dovute conseguenze, ovvero che cosa fare e che cosa non fare quando il gatto ha caldo.

Inizio dalle cose da evitare perché preferisco metterle prima, non sia mai che a qualcuno venga un colpo di calore prima di finire di leggere l’articolo.
Che con queste temperature…

In ogni caso, l’istinto sarebbe quello di ricoprire il gatto di ghiaccio, magari con i ghiaccioli avvolti in un panno: ovviamente no, non va fatto né con il colpo di calore, né con il caldo normale. Assolutamente.

Questo peggiorerà la situazione, prima di tutto perché anche il gatto avesse 40 gradi di temperatura noi dobbiamo riportarlo a 38, non a 20.

Secondo perché, come abbiamo già spiegato parlando del colpo di calore, il ghiaccio fa vasocostrizione periferica, ovvero stringe i vasi della pelle e fa passare meno sangue (motivo tra l’altro per cui si mette sulle ferite per evitare l’ematoma); se noi quindi mettiamo il ghiaccio, il sangue caldo invece di arrivare alla pelle da dove il calore viene dissipato rimane nel corpo, danneggiando gli organi interni. E questo non è affatto un bene.

Altra cosa da evitare è il condizionatore. Fa male a noi, figuriamoci se non fa male al gatto che è molto più piccolo di noi.

Anche perché sentendo il freddo al gatto viene da mettersi sotto, per cui si prende tutta l’aria fredda e ciò predispone alle malattie infettive perché indebolisce le difese immunitarie.

Insomma, come fa male a noi fa male anche a lui, ed è meglio optare per ventilatore, che non crea il freddo ma muove solo l’aria, o per il deumidificatore che fa respirare meglio.

Ultima cosa da non fare è il bagno al gatto.

Questo non perché gli faccia male, ma perché i gatti come ben sappiamo non gradiscono.
È vero, è un buon rimedio al caldo, ma l’orgoglio felino viene prima di tutto, per loro.

Cosa fare se il gatto ha caldo

Le cose da fare in pratica le abbiamo già dette quando abbiamo parlato di ventilatore e di deumidificatore.

Poi ci sono una serie di accortezze che io indico, ma che comunque qualunque persona con buonsenso metterebbe in pratica.

Non lasciate il gatto in macchina o nel sottotetto, insomma, in soffitta, perché rischia il colpo di calore.

Se non vedete il gatto da un po’, cercate di capire dov’è, per essere sicuri che non sia rimasto chiuso in un posto caldo.

L’alimentazione, preferite quella secca che è più concentrata, altrimenti appesantisce troppo e l’attività digestiva, in quanto lavoro (ricordate la fisica?) genera calore, che aumenta la temperatura totale del corpo.

È ovvio che l’acqua fresca deve essere sempre a disposizione, da cambiare più volte al giorno, anche se il gatto non è un grande bevitore.

Chiaramente forniamo al gatto un posto ombreggiato, facciamolo entrare in casa o in un seminterrato se è possibile.

E non rompiamogli le scatole se vuole dormire, lasciamolo fare.

Se invece di notte vediamo che vuole andare a fare un giro, facciamolo andare: ha bisogno di fare un po’ di movimento, e già il gatto è notturno di suo, poi di notte si sta anche bene per cui non limitiamolo.

Altrimenti cerca di muoversi di giorno peggiorando la “calorifera” situazione.

Infine, se non possiamo fare il bagno al gatto come abbiamo visto prima, possiamo comunque inumidirlo, andando di fatto ad aiutare il suo meccanismo di dissipazione naturale del calore.

Come dire: se siamo sudati e qualcuno ci asciuga il sudore siamo contenti, perché il sudore si toglie e si lascia spazio ad altro sudore, caldo, di uscire.

Per il gatto il principio è lo stesso, è diverso il metodo: ci si lava le mani e, senza asciugarle, si accarezza il gatto.
Con le mani umide non gli metteremo tanta acqua addosso da odiarci, ma aiuteremo là dove il leccarsi, la sua difesa naturale dal caldo, non funziona: l’acqua infatti evaporerà grazie alla pelle, e porterà via un po’ di calore offrendo al gatto una sensazione di freschezza.
Questo possiamo farlo più volte al giorno, specie nelle ore più calde, perché ci accorgeremo che il gatto apprezza decisamente questa situazione.

Poi, se vogliamo fare i Cracco della situazione, c’è anche chi prepara i ghiaccioli per il gatto, mettendo il brodo di carne nelle vaschette per i cubetti in congelatore e poi frantumandone uno con il rompighiaccio per volta mettendolo in mezzo al cibo (umido, non secco, però).
Il gatto li lecca, non li mangia (perché sono freddissimi) e li gradisce anche perché sono saporiti.

Anche se secondo me a questi livelli forse è un po’ troppo… Ritengo che gli altri metodi anti-caldo (e il non uscire nelle ore calde, come ci ricordano tutti i telegiornali) siano già sufficienti per salvare un gatto dal colpo di calore.

Anche perché gatti morti dal caldo ne ho visti ben pochi: in natura tutte queste cose non le fanno, si spostano semplicemente all’ombra.

Il colpo di calore invece è sempre una cosa particolare, in cui il gatto è rimasto chiuso da qualche parte senza circolazione d’aria.

E quello, si, va evitato.
Ma per tutte le altre cose si può agire senza farsi troppi problemi.


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