Cibo preferito dei gatti: come il gatto si ciba in natura

cibo preferito dei gatti

Non tutti i proprietari, purtroppo, hanno delle conoscenze approfondite sull’alimentazione del gatto, e del cibo preferito dei gatti in natura, tanto meno delle abitudini alimentari del gatto in natura o degli atteggiamenti del gatto nei confronti dei cibo.

Questo è un vero peccato, perché secondo la mia esperienza, uno dei problemi più comuni della pratica clinica è che il gatto non voglia mangiare quello che gli si dà, e si vede spesso il proprietario che cambia ad esempio croccantini a caso, oppure che vuole fare l’alimentazione casalinga, che sia a cotto o a crudo, ed il gatto non voglia saperne di seguire questo tipo di alimentazione.

Spesso si pensa che, abituando il gatto ai croccantini, il gatto non riconosca più la sua alimentazione naturale, e sia per questo che il gatto poi non voglia più mangiare carne preparata da noi oppure anche il cibo umido.

In realtà il motivo di questo comportamento va ricercato non tanto in una componente fisiologica del gatto, quanto nella componente comportamentale del gatto, e cioè in come si rapporta il gatto con il cibo.

Esiste un cibo preferito dei gatti in generale? O ogni gatto ha i propri gusti? E le preferenze del gatto in fatto di cibo derivano da cosa mangia il gatto in natura? Vediamo di chiarire un po’ questi concetti.

Perché capire cosa preferisce mangiare un gatto

Capendo come si rapporta il gatto con il cibo, si riescono a comprendere tutta una serie di cose, riuscendo anche a capire come comportarsi per fargli cambiare alimentazione.

Esistono tantissimi studi sulla alimentazione del gatto in natura e sul cibo preferito dei gatti, finanziati da studi di ricerca, ma anche dalle stesse aziende mangimistiche, che hanno ovviamente l’obiettivo di vendere i propri prodotti, e quindi di produrre alimenti per gatti che siano graditi agli stessi. Se il gatto non mangia l’alimento che gli abbiamo comprato, non lo compreremo più, e l’azienda mangimistica ha fallito nel suo obiettivo.

Quindi è importante sia per il proprietario capire quale possa essere il cibo preferito dei gatti ed il suo comportamento nei confronti dell’alimentazione, sia per le aziende che producono pet food.

Per il proprietario è importante capire cosa preferisce mangiare un gatto per non buttare via denaro in cibo che il gatto rifiuta. Ed è importante anche capire come abituarlo alla varietà di cibo, per non avere problemi in caso di forzata alimentazione diversa da quella a cui il gatto è abituato.

Cosa mangiano i gatti in natura?

Qual è il cibo preferito dei gatti, quindi? In natura i gatti si nutrono principalmente di piccole prede, di topi, di uccellini, di rettili ed anche di alcuni anfibi ed alcuni invertebrati, dipende da che cosa il gatto trova nell’ambiente in cui vive. L’alimentazione di un gatto deve quindi basarsi prima di tutto sulla carne (o pesce).

Ma che cosa piace mangiare al gatto? Qual’è il suo cibo preferito ed in base a cosa lo sceglie?
Il primo parametro utilizzato dal gatto per scegliere il suo cibo preferito è, come succede per noi umani, il gusto.

Noi umani percepiamo cinque tipi di gusti:

  • l’umami (cioè il saporito),
  • il dolce,
  • il salato,
  • l’amaro,
  • l’aspro.

Anche il gatto percepisce i gusti come noi, tutti tranne il dolce, infatti il gatto non ha i ricettori per il dolce, a causa della sua evoluzione genetica.

Non siamo a conoscenza del motivo per cui al gatto manchino i recettori del dolce, probabilmente per una questione evoluzionistica, ma in realtà non sappiamo se gli manchi questo recettore perché non mangia alimenti dolci, oppure se non mangia alimenti dolci perché gli è sempre mancato questo recettore… insomma non sappiamo se è nato prima l’uovo o la gallina!

Sappiamo che se gli diamo qualcosa di dolce, qualcosa percepisce, ma più che altro percepisce gli altri gusti all’interno di un cibo che noi percepiamo come dolce.

Quindi già da questo dato possiamo capire che un gatto non mangerà volentieri una frutta zuccherina, come ad esempio una susina, o una pesca, o una albicocca, perché non le troverà particolarmente saporite.

Invece, tra gli altri quattro gusti che abbiamo visto, il gatto è più sensibile a due in particolare, che sono l’umami e l’amaro.

Che cos’è l’umami?

L’umami, altrimenti detto “saporito”, è in pratica il glutammato, ossia un aminoacido, che fa parte, in generale delle proteine, e si trova sia nelle proteine vegetali che in quelle animali.

Lo possiamo trovare anche, come glutammato, in bustine, di solito in negozi etnici.

Ad esempio ne è ricca la carne con cui facciamo il lesso: infatti come mai il brodo è saporito? perché è ricco di acido glutammico, che la nostra lingua è in grado di percepire.

Il gatto ne è particolarmente sensibile, ed è una molecola che è presente in modo abbondante nelle proteine, ed il gatto è in grado di percepirla ancora meglio di noi.
Questo, se ci facciamo caso, è anche logico che il cibo preferito dei gatti contenga glutammato, in quanto il gatto si nutre soprattutto di proteine di origine animale.

Il gatto in natura è un animale cacciatore, quindi quando mangia le sue prede, prova anche piacere dal gusto che le prede stesse hanno.

Talvolta nei croccantini viene ad esempio aggiunto l’idrolizzato di fegato, organo particolarmente ricco di acido glutammico, ed il gatto tende a preferirlo di più rispetto ad un alimento composto principalmente da carne di pollo, che contiene in minore quantità questo aminoacido e quindi tende ad avere meno sapore.

L’amaro per il gatto

Altro gusto a cui il gatto è particolarmente sensibile è l’amaro, che provoca in lui l’effetto esattamente opposto, e cioè un senso di disgusto, di rigetto.

Questo è per il gatto un meccanismo di difesa, come lo è per noi, infatti quando assaggiamo qualcosa che non conosciamo, ed è amaro, la prima reazione è di disgusto, perché molti composti amari sono anche dannosi per la salute, alcuni anche velenosi.

I natura, ad esempio, alcuni anfibi hanno la cute che secerne sostanze velenose, ma anche amare, perché l’obiettivo dell’anfibio è quello di proteggersi allontanando il gatto che lo vuole mangiare. Quindi il gatto, disgustato dal sapore di quell’anfibio, lo lascerà stare.

Cibo preferito dei gatti: i parametri di scelta

Il discorso del gusto percepito dal gatto non è la sola componente importante nell’alimentazione del gatto, ma ci sono altre due componenti, che si possono vedere un po’ come le due facce della stessa medaglia:

  • l’effetto monotonia
  • l’esperienza

L’effetto monotonia per il cibo

L‘effetto monotonia è una componente evidente anche in noi umani: a mangiare sempre la stessa cosa tutti i giorni, ci stufiamo. E’ un fenomeno che i ricercatori hanno visto anche nel comportamento naturale del gatto: quando il gatto si trova in natura, anche se c’è una preda più presente della altre, una volta che il gatto se ne sarà cibato per 3-4 volte, tenderà comunque, anche spendendo una maggiore energia ad andare a cacciare prede diverse da quella.

La spiegazione che hanno dato i ricercatori di questo fenomeno è il bilanciamento dietetico: non è detto che mangiare sempre la stessa preda garantisca una alimentazione  completa dal punto di vista nutrizionale, e la natura ha risolto questo “inghippo” generando un senso di monotonia nel gatto che si ciba sempre della stessa preda, inducendolo a cambiare obiettivo di caccia.

In questo modo, cibandosi di prede che hanno diversi livelli di sostanze nutritive, si arriva ad un bilanciamento dietetico, favorendo dal punto di vista evoluzionistico il gatto che va a ricercare prede diverse rispetto al gatto che mangia sempre la stessa preda.

Questo meccanismo in natura è necessario e funziona molto bene, in casa in realtà il gatto, se sviluppa delle carenze, può manifestarle attraverso delle patologie, ed occorre andare dal veterinario.

Esperienza ed abitudine

L’altro elemento che influenza in modo molto importante il comportamento del gatto nei confronti del cibo è l’esperienza.
Se esistesse solamente l’effetto monotonia nel gatto, sarebbe molto semplice cambiargli l’alimentazione, che lui accetterebbe di buon grado, ma sappiamo che in realtà non è così, anzi.

Il gatto è molto diffidente nei confronti di nuovi cibi, e questo perché nella sua mente si crea una serie di categorie, una serie di alimenti che secondo lui sono da mangiare. al di fuori di questi, è sospettoso, ed è anche questo un meccanismo di difesa che arriva dal suo comportamento in natura. Il cibo preferito dei gatti è spesso quello a cui si è abituato.

Se il gatto in natura mangiasse di tutto, senza discriminare, potrebbe accidentalmente cibarsi di un animale velenoso o che gli fa male, per cui lui si crea un range mentale di prede che per lui sono sicure, e, al massimo, se quelle prede non sono a disposizione, va a cercare quelle che conosce.

Quando avviene questa categorizzazione? Avviene addirittura quando il gatto non è ancora nato, a livello placentare. Ci sono studi che hanno osservato come l’alimentazione di mamma gatta influenzi già le scelte future del gattino, infatti tramite la placenta, e non solo attraverso il canale ombelicale, passano delle sostanze che vengono percepite dai recettori del gattino, e lui si abitua a quegli alimenti.

Ad esempio, in uno studio interessante di diversi anni fa, è stata nutrita una gatta incinta con delle banane, ed i gattini che ha partorito erano più inclini ad andare a cercare le banane rispetto alla carne.

Nella categorizzazione che il gatto si fa degli alimenti che preferisce mangiare conta dunque:

  • l’alimentazione di mamma gatta,
  • lo svezzamento, il passaggio all’alimentazione solida
  • l’età del gatto: è più facile cambiare alimentazione ad un gattino piccolo piuttosto che ad un gatto adulto.

Le abitudini alimentari del gatto

Le abitudini alimentari sono molto radicate anche per noi umani, basta pensare all’alimentazione di alcune popolazioni asiatiche, che si cibano anche di insetti, cosa che a noi occidentali genera, se non siamo abituati, un certo disgusto.

Questo fenomeno è vero anche per il gatto, tant’è che se non diamo un pezzo di petto di pollo ad un gatto abituato a mangiare solo croccantini, e magari anche la madre era nutrita solo a croccantini, sicuramente lo rifiuterà.

Ci sono gatti che sono più influenzati dall’effetto monotonia, pur essendo abituati a mangiare più cose, che quindi mangeranno per vari giorni magari solo il pollo, per poi non volerlo più, per tornare a mangiarlo dopo altri giorni in cui si sono nutriti solo di pesce.

Ci soni invece gatti abituati a mangiare meno varietà di alimenti, che saranno sospettosi verso qualsiasi cambiamento di alimentazione, dal cambiamento di marca di croccantini, all’introduzione dell’umido, che ha anche una differente consistenza, per non parlare della dieta casalinga.

Per questo anche se un proprietario si impegna al massimo per fornire al gatto una dieta bilanciata, fatta soprattutto di carne, il più possibile naturale, non è detto che il gatto l’apprezzi.

Come cambiare le preferenze alimentari al gatto

Quindi come fare quando abbiamo bisogno di cambiare alimentazione al gatto? Può accadere che ci rendiamo conto che il nostro gatto non si ciba di croccantini di qualità, e quindi vogliamo cambiarli, oppure vogliamo provare a fargli fare un dieta casalinga, per controllare la qualità di quello che mangia.
Oppure il veterinario ci ha consigliato le crocchette urinary perché il nostro gatto ha problemi all’apparato urinario, oppure vogliamo far dimagrire il nostro gatto introducendo degli alimenti meno grassi.

Insomma possono essere molti i motivi per cui vogliamo cambiare alimentazione al nostro gatto, e la cosa può essere abbastanza difficile.

Ci sono coloro che propongono di “affamare il gatto”, oppure coloro che propongono di aprirgli la bocca di forza e mettergli dentro il petto di pollo, aggiungendo così alla diffidenza, anche il trauma.

Pensiamo a cosa penseremmo noi, se, abituati al nostro bel piatto di lasagne, un giorno ci proponessero un bel piatto di ragni (che sono un ottimo cibo per molte popolazioni) e, al nostro rifiuto o diffidenza nel mangiarli, ci legassero le mani e ce ne mettessero uno in bocca…come reagiremmo? Forse saremmo così più propensi a cibarci di ragni? Evidentemente no.

Uno dei consigli che do io è di lasciare l’alimento nuovo a disposizione del gatto, senza forzarlo a mangiarlo. il gatto è un animale curioso, quindi prima o poi andrà a veder che cosa gli abbiamo proposto. Ovviamente il primo giorno che gli proponiamo un nuovo alimento, probabilmente non lo mangerà, ma se glielo proponiamo anche il giorno dopo, magari andrà ad annusarlo. Il giorno successivo ancora, magari gli darà una leccatina, sentendo che non è così male.

Questo processo, che può essere anche molto lungo, può venire aiutato se abbiamo un altro animale, meno schizzinoso, magari un gatto meno diffidente, oppure un cane, che va a mangiare il nuovo alimento, invogliando anche il nostro gatto a provarlo.

Nella mia esperienza con i clienti che mi hanno chiesto diete o cambi di alimentazione del proprio gatto, mi è capitato che mi scrivessero anche dopo tre o quattro mesi, raccontandomi che finalmente il gatto aveva accettato e si cibava del nuovo alimento! Quindi il consiglio che io do è di insistere ed insistere, anche per più di un mese (un mese è il minimo), proponendo il nuovo alimento al gatto.

Abituare il gatto alla varietà

L’altro consiglio che io do sempre a chi prende un gattino, è di abituarlo fin da piccolo ad una dieta varia, e di informarsi fin da subito sui principi della alimentazione del gatto, facendo una consulenza con me, o con un collega esperto in alimentazione del gatto, in modo da impostare fin da subito una alimentazione sana al proprio gatto.

Quindi quando adottiamo un gattino, non abituiamolo solo ai croccantini, perché è comodo e perché tanto sono completi, perché può sempre accadere che abbiamo bisogno di cambiargli la dieta, magari per un problema di struvite, oppure vogliamo iniziare a cucinare per lui la carne, perché è una dieta più sana, ed il gattino abituato per anni solo a croccantini farà molta fatica ad accettare un cibo diverso.

Inoltre una alimentazione corretta, da sola previene veramente tante patologie che si possono sviluppare poi nel tempo. E nell’ottica di prenderci un gatto e di volerlo far stare bene, l’alimentazione è una delle cose più importanti da curare fin da subito, per non dover poi affrontare problemi in futuro.

Variare l’alimentazione del gatto ha anche un altro effetto positivo, ossia ridurre i fattori di rischio di uno dei problemi più diffusi oggi nel gatto,  cioè le allergie alimentari, cosa comprovata da diversi studi.

L’alimentazione è terapia, ma è anche prevenzione, quindi avere un minimo di nozioni di base sull’alimentazione del proprio gatto significa prevenire molti problemi futuri, anche solo sapendo che una alimentazione prevalentemente umida è migliore che nutrirlo solamente con le crocchette.

Se preferisci ascoltare dalla viva voce questo testo, ecco il seminario completo, dal canale YouTube di MicioGatto:

Alimentazione del gatto in natura: seminario di Valerio Guiggi a Follow Your Pet Firenze 2018

E tu come hai impostato la dieta del tuo gatto? Il tuo gatto mangia di tutto oppure è diffidente? Se hai domande o commenti, scrivili pure qui sotto!

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