Alimentazione del gatto anziano, come nutrire un gatto che sta diventando vecchio

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alimentazione del gatto anziano

L’alimentazione del gatto anziano è diversa rispetto a quella del gatto più giovane, soprattutto a causa delle modifiche fisiologiche che si hanno nell’organismo di un gatto che supera una certa età. Sono modifiche da prendere in considerazione, perché un’alimentazione errata in questa età potrebbe accelerare il decorso di eventuali patologie.

A quale età un gatto si considera anziano?

Potremmo formulare la domanda la domanda come “A che età un uomo si considera anziano?” e notare che non esiste una risposta, un limite ben preciso.

Così è per il gatto. Non c’è un’età alla quale si può dire “oggi il gatto è anziano”. C’è chi inizia a considerare un gatto anziano a nove anni, chi addirittura inizia a dodici. In nutrizione, comunque, il gatto si considera anziano dall’età di 10-12 anni di vita, quando inizia a modificarsi, molto gradualmente, il suo metabolismo.

Il fatto è che se un gatto sta bene, è in forma, continua a fare la sua attività come ha sempre fatto, non ha le problematiche tipiche del gatto anziano, o almeno non le ha certo a sei anni, ma le avrà molto in là con l’età.

È chiaro che un gatto di cinque anni steatosico, obeso, con i problemi alle articolazioni e diabetico è già anziano a quell’età, almeno dal punto di vista sanitario.

In ogni caso, in questo articolo parliamo di alimentazione del gatto anziano, e vedremo come nutrire un gatto del quale un veterinario abbia decretato che inizia ad essere vecchiotto.

Le problematiche di un gatto anziano e quale alimentazione scegliere

Per capire quale piano alimentare è migliore per un gatto anziano, è importante capire prima quali sono i problemi più comuni, per poi capire come evitarli o aggirarli per mezzo dell’alimento che forniremo, presumibilmente per tutto il proseguire della sua vita, visto che comunque questi problemi non miglioreranno ma, anche se lentamente, continueranno a peggiorare.

La prima cosa è che un gatto anziano, proprio come un uomo, tende a muoversi meno, perché inizia ad avere problemi con le articolazioni, ma tende anche a perdere massa muscolare, in una condizione definita “sarcopenia”.

È una cosa per cui non possiamo fare nulla, e questo fa sì che il gatto diventi, in generale, sempre più pigro, con il passare del tempo

Questo porta a due conseguenze: la prima è l’atrofia delle masse muscolari, mentre la seconda è la tendenza alla deposizione di grasso.

Insomma, al gatto si riducono progressivamente i muscoli e aumenta il grasso, come conseguenza del poco movimento, e questo chiaramente non è un bene, ed è importante che il proprietario faccia il possibile per evitare l’ingrassamento.

Nel gatto anziano ci sono anche i problemi digestivi: il gatto anziano inizia ad avere problemi sia nello scomporre le sostanze che mangia, sia nei movimenti intestinali, motivo per cui l’alimentazione deve necessariamente cambiare, perché potrebbe non essere più in grado, ad un certo punto, di digerire il vecchio alimento (che, nel peggiore dei casi, rimarrà fermo nell’intestino causando la costipazione).

L’età influisce in negativo anche sullo stato del pelo, sullo stato del sistema immunitario e sul sistema cardiocircolatorio, modifiche che non si possono contrastare ma possono essere supportate, adeguatamente, con l’alimentazione.

L’alimentazione del gatto anziano: i nutrienti necessari

Venendo quindi all’argomento dell’articolo, vediamo come nutrire un gatto anziano per scongiurare i problemi di cui abbiamo appena parlato.

La prima domanda che ci dobbiamo porre è quella di scegliere tra il mangime industriale e il pasto casalingo. In questo articolo abbiamo trattato delle caratteristiche delle crocchette o cibo umido. Vedi anche: Alimentazione casalinga nel gatto.

In generale, nel gatto anziano è da preferire la dieta casalinga, più digeribile rispetto alle alimentazioni industriali medie e formulata in base alle specifiche patologie, anche non gravi, che a questa età possono essere presenti.

Per chi non potesse, il consiglio è di affidarsi ad un alimento Senior, che di solito è un po’ più digeribile rispetto a quello degli animali adulti; tuttavia bisogna fare attenzione al fatto che abbia un buon quantitativo proteico, perché troppi grassi o carboidrati in questa fase potrebbero causare ingrassamento, che va evitato; inoltre, gli studi più recenti suggeriscono (in contrasto con quelli più datati) che sia importante avere una buona quota proteica nell’alimentazione.

Per quanto riguarda i nutrienti necessari nella alimentazione di un gatto anziano, bisogna controllare i seguenti aspetti.

Le proteine, per prima cosa, devono essere tante.
Questo perché il gatto tende a perdere la massa muscolare, e anche se il suo corpo anziano non è portato a metterla nuovamente su, noi dobbiamo metterlo nelle condizioni migliori per farlo, per cui il mangime Senior dovrebbe avere un alto quantitativo di Proteina Grezza (si trova scritta sulla confezione).

Sempre parlando di proteine, queste devono essere di buona qualità, cioè ben digeribili ed assimilabili.
Dobbiamo infatti metterlo nelle migliori condizioni per digerire come si deve: anche le penne delle galline sono alimenti totalmente proteici, ma la qualità è bassissima, cioè non vengono affatto digerite, quindi assorbite, quasi per niente.

La digeribilità delle proteine nei croccantini purtroppo non è semplice da valutare perché influisce pesantemente il processo industriale a cui sono stati sottoposti, mentre in generale le proteine degli alimenti umidi e degli alimenti casalinghi sono maggiormente digeribili, quindi assimilabili.

I grassi, così come gli amidi (che si calcolano come 100-fibra%-grassi%-proteine%-ceneri%-14=amidi%) devono essere il meno possibile all’interno del mangime, sempre per evitare l’ingrassamento; naturalmente non bisogna scendere sotto la soglia minima richiesta dal metabolismo del gatto, per i lipidi, mentre i carboidrati possono anche essere assenti.

I carboidrati, invece, si aumentano (rispetto ai grassi) se il gatto anziano ha problemi renali, quindi deve essere ridotta la quota proteica. Ma attenzione, si riducono solo se il problema renale c’è già, non se ancora non è presente.

Tra i grassi, è importante scegliere alimenti che contengano acidi grassi essenziali, omega-6 ed omega-3, con questi ultimi che, se assunti nella forma metabolicamente attiva (principalmente dal pesce) possono essere utili per il loro effetto antinfiammatorio. La quota da assumere, se ci sono delle patologie, varia in base alle diverse patologie.

Infine c’è il quantitativo di fibre, che dovrebbero essere più abbondanti rispetto a quelle dell’adulto per una questione di movimento intestinale, dato che nell’anziano la peristalsi tende ad essere più lenta. Una buona idea è quella di lasciare a disposizione un po’ di erba fresca, così se ne ha bisogno la mangia per conto proprio.

Leggi anche: leggere le etichette del cibo per gatti.

Per chi sceglie, piuttosto che l’alimentazione industriale, un’alimentazione più naturale per il gatto anziano, mi raccomando di metterla su con il supporto di un veterinario professionista: non farlo potrebbe significare non allungare la vita al gatto anziano, ma… accorciarla, specialmente se non si tengono in considerazione le caratteristiche fisiologiche tipiche dell’invecchiamento.
Vedi anche: Alimentazione casalinga del gatto: la formula del veterinario

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2 commenti
  1. luca
    luca dice:

    ciao
    bell’articolo che però mi ha confuso di più le idee e per cercare di riorganizzarle mi sono fatto una tabellina con le varie marche i i nutrienti che hai indicato… come posso condividerla?e magari parlarne?
    grazie
    p.s. il punto è nato dal fatto che ho un gatto che ha già 8 anni e mezzo e stavo vedendo un po’ di mangimi crocchette senior… e quindi volevo capire quale potenzialmente potesse essere un buon mangime…

    Rispondi

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