Alimentazione casalinga del gatto: la formula del veterinario
In questo articolo cercheremo di capire come funziona una alimentazione casalinga per gatti fatta dal veterinario, andando a vedere il percorso che il veterinario fa per formulare una dieta per il gatto.
La formulazione della alimentazione casalinga del gatto, come spiegavo in questo articolo, non è mai una cosa semplice e soprattutto non può essere fatta da chiunque.
E’ una pratica che richiede alcune formule matematiche (che potrebbe fare anche un computer), ma richiede anche una profonda conoscenza della fisiologia, ed eventualmente della patologia, del gatto.
Per far capire meglio come il veterinario formula la dieta casalinga per il gatto, riporto tutto l’iter necessario a crearla.
Evitiamo le formule per evitare semplicemente che qualcuno ci provi da solo (tanto se cercate ci sono, su internet…), perché lo scopo dell’articolo è capire come si formula la dieta corretta, non dire “dai, provaci, che è divertente…”.
Se si sbaglia si rischia di fare danni anche piuttosto gravi al nostro gatto.
Indice dei contenuti
- 1 Le informazioni iniziali sul gatto
- 2 Il calcolo dei fabbisogni nutrizionali del gatto
- 3 Il fabbisogno energetico del gatto
- 4 Il fabbisogno proteico del gatto
- 5 Il fabbisogno di fibre del gatto
- 6 Il fabbisogno in vitamine e minerali nel gatto
- 7 La formulazione della alimentazione casalinga del gatto
- 8 Come si formula una alimentazione corretta per il gatto
- 9 Cambio di alimentazione del gatto
Le informazioni iniziali sul gatto
Le informazioni essenziali che devono essere fornite al veterinario per formulare una corretta alimentazione del gatto sono le seguenti, e di seguito andremo a capire come vengono utilizzate.
- La specie dell’animale (si, cane o gatto, perché la gente a volte lo dimentica);
- La razza, se è un gatto di razza;
- Il sesso, e il fatto che sia intero o sterilizzato/castrato;
- La condizione fisica del gatto, che ha un punteggio da 0 a 9, o da 0 a 5 a seconda delle scale; e viene effettuata con una tabella specifica per la valutazione dello stato nutrizionale.
E’ una valutazione che fa parte di qualunque visita veterinaria, e il punteggio basta chiederlo al veterinario che ha fatto la visita, durante la visita;
- Il peso attuale dell’animale, ed eventualmente il peso da raggiungere
- L’attività fisica del gatto;
- Le eventuali reazioni avverse al cibo che lo interessano;
- Le eventuali patologie, oppure i farmaci assunti dal gatto e da quanto tempo;
- Le preferenze del proprietario sul tipo di dieta e sugli alimenti di cui ha facile reperibilità. Questo perché fornire degli alimenti irreperibili fa sì che il proprietario, poi, non li fornisca, copra con altri alimenti non adatti e faccia più danni che benefici.
Le informazioni richieste, come si può vedere, sono varie ma per un proprietario sono piuttosto semplici da fornire: vediamo quindi come vengono utilizzate dal veterinario.
Il calcolo dei fabbisogni nutrizionali del gatto
La prima cosa che deve essere fatta nella formulazione di una alimentazione casalinga corretta per il gatto è il calcolo dei fabbisogni nutrizionali del gatto.
In pratica, il veterinario deve capire quelli che sono i fabbisogni del gatto, i fabbisogni alimentari, che dovrà andare a soddisfare con l’alimentazione, con la dieta che però verrà fatta solamente in un secondo momento.
I fabbisogni sono essenzialmente di quattro tipi:
- il fabbisogno energetico,
- il fabbisogno proteico,
- il fabbisogno in fibra,
- il fabbisogno in vitamine, minerali, acidi grassi essenziali e amminoacidi essenziali (compresa la taurina)
Vediamo in che cosa consiste ognuno di essi e cerchiamo così di capire quali sono le informazioni essenziali di cui c’è bisogno per poter formulare una dieta personalizzata per il gatto (da cui si può capire anche perché le diete industriali “standard” non sono ottimali per il gatto). Vedi anche: Cibi per gatti fatti in casa
Il fabbisogno energetico del gatto
In questo fabbisogno rientrano tutte le energie che il gatto utilizza sia per le funzioni basilari (si parla di metabolismo basale e comprende il respirare, il pensare, il battito del cuore e tutte le altre operazioni basilari per la vita, attive con il gatto a riposo) che per le funzioni “extra”, come ad esempio il movimento giornaliero e l’attività fisica.
Un gatto che fa molto movimento, ad esempio perché gira molto, oppure che è giovane ed ha bisogno di crescere, o ancora che è magro ed ha bisogno di energia da accumulare, avrà un fabbisogno energetico alto.
Viceversa, sarà più basso quello del gatto grasso, o che fa poco movimento, oppure del gatto anziano; dare troppa energia, se non serve, fa sì che questa si accumuli nelle riserve del gatto, sotto forma di grasso; se la situazione continua a lungo, il gatto diventa obeso.
L’energia si prende da grassi e carboidrati, presenti nel mangime o nella alimentazione casalinga; se sono pochi rispetto ai fabbisogni del gatto, viene utilizzato il grasso che lui ha già addosso, motivo per cui tenderà a dimagrire.
Il fabbisogno è quindi calcolato in base a una serie di fattori, tra cui alcuni di quelli che abbiamo visto qui sopra:
- Il peso del gatto, che è la cosa fondamentale;
- L’età del gatto, perché il fabbisogno varia in base all’età;
- Lo stato fisiologico, ad esempio la gravidanza e l’allattamento richiedono quantità di energia maggiori;
- La condizione corporea, in gergo Body Condition Score, che serve a stabilire se il gatto è troppo grasso, troppo magro o ha raggiunto il suo peso-forma.
- L’attività del gatto, quindi cosa fa durante il giorno ed essenzialmente quanto si muove. Legato a questo è la condizione di castrazione/sterilizzazione, che togliendo degli ormoni riducono il fabbisogno di energia giornaliero.
Da questo punto si capisce come le variabili da considerare siano davvero tante, e non è possibile calcolare la quantità di cibo per il gatto solo in base al peso: se facessi così due gatti di 5 chili, uno obeso e uno denutrito, riceverebbero la stessa quantità di alimenti!
Il fabbisogno proteico del gatto
Altro parametro molto importante da valutare per creare una alimentazione corretta del gatto è quello del fabbisogno in proteine, il parametro che di solito i proprietari conoscono e che ritengono più importante.
Il fabbisogno in proteine, che nel gatto per fisiologia è superiore rispetto al cane e all’uomo, è calcolato in base all’energia di cui il gatto necessita, motivo per cui il fabbisogno proteico dipende essenzialmente da quello energetico.
I gatti che hanno un fabbisogno maggiore di proteine sono quelli in crescita e quelli che fanno molto movimento: i loro muscoli si usurano, e questo porta alla necessità di avere nuove proteine che li sostituiscano.
Per un gatto che si muove poco, invece, ci possono essere meno proteine, perché questo meccanismo è meno rappresentato nel suo corpo; per questo è importante, nella formulazione della dieta, conoscere con precisione le abitudini del gatto.
Il movimento, per un gatto, è rappresentato infatti anche dal gioco e dallo star fuori la notte a cercare le gatte, anche se a noi (che di solito si pensa al cane che corre) quello potrebbe non sembrare movimento.
Da notare, tuttavia, che le troppe proteine nell’alimentazione del gatto, contrariamente a quanto spesso si legge, non sono dannose: il limite massimo di proteine nella dieta è solo quello necessario a non far andare in carenza gli altri nutrienti (insomma, non posso fornire esclusivamente proteine al 100% perché il gatto necessita anche di grassi, vitamine e minerali).
Il fabbisogno di fibre del gatto
Il fabbisogno in fibra nel gatto è teoricamente zero, perché la fibra non viene digerita né assorbita, però se non ci fosse affatto la fibra ci sarebbero problemi di movimento intestinale.
La fibra nel gatto non ha funzione energetica, a differenza degli animali erbivori, ma serve solo a regolarizzare il movimento intestinale; se ne ha la possibilità, il gatto la cerca da solo mangiando l’erba, altrimenti deve essere fornita dal proprietario sotto forma di vegetali o di erba in vaso. Leggi anche: Erba gatta, cos’è e a cosa serve.
Il fabbisogno in vitamine e minerali nel gatto
Come ogni altra specie animale, il gatto ha una serie di fabbisogni minimi sia in minerali che in vitamine, che non devono mai mancare nella sua dieta: questa deve essere bilanciata, altrimenti si può incorrere nelle cosiddette “malattie da carenza” di una o più di queste sostanze.
Da notare che, tuttavia, rispettare dei fabbisogni minimi non necessariamente significa poter somministrare vitamine e minerali a volontà: esistono anche delle patologie da eccesso, la più famosa delle quali è l’ipervitaminosi A, che da origine a una patologia della spina dorsale dolorosa ma, soprattutto, irreversibile.
Nell’alimentazione industriale il problema del bilanciamento di vitamine e minerali non si pone perché i croccantini sono sempre molto ricchi di minerali (che costano poco alle industrie). I minerali, in particolare, tendono ad essere molto concentrati nell’alimento secco, e questa eccessiva concentrazione, non accompagnata da un quantitativo di acqua adatto alle necessità del gatto, favorisce (specialmente ai maschi castrati) l’urolitiasi (calcoli alla vescica). In linea generale, comunque, le alimentazioni industriali sono bilanciate in modo da evitare il più possibile questi problemi.
Per quanto riguarda l’alimentazione casalinga corretta del gatto, in un’alimentazione correttamente bilanciata e quindi una alimentazione sana del gatto di solito non si presentano problemi né di carenza, né di eccesso, mentre alcuni sintomi ben precisi (come la perdita di pelo) possono indicare che c’è carenza di alcuni di essi: per integrare, si utilizzano alimenti che ne contengano quantitativi maggiori, oppure specifici integratori, che vengono inseriti nella dieta.
Nelle diete casalinghe non bilanciate (“fai-da-te”), invece, le patologie da carenza sono molto frequenti. A volte, sempre nei fai-da-te, qualcuno inserisce integratori vitaminici e minerali senza fare calcoli specifici, e si possono presentare (per quanto siano più rare) anche patologie da eccesso.
La formulazione della alimentazione casalinga del gatto
Il calcolo dei fabbisogni del gatto è la parte più complessa e articolata della formazione della dieta, proprio perché è necessario tenere in considerazione i diversi fattori personali specifici per ogni singolo gatto.
Tuttavia, una volta calcolato i fabbisogni non è finita: questi fabbisogni devono essere coperti, coperti dagli alimenti.
Nella formulazione del razionamento, il medico ha una serie di valori per quello specifico gatto (un certo numero di Kcal di cui ha bisogno, grammi di proteine, grammi di fibra e così via).
A questo punto c’è quindi bisogno delle tabelle nutrizionali che contengano le informazioni su ogni singolo alimento e su quali fabbisogni riesce a coprire.
Le tabelle nutrizionali sono quelle degli alimenti umani, quelle che usano anche i dietologi: del resto, essendo gli alimenti per la dieta casalinga del gatto gli stessi che si mangiano noi, anche la composizione è la stessa
Come si formula una alimentazione corretta per il gatto
Una corretta alimentazione casalinga per il gatto viene formulata seguendo un iter ben preciso e fornendo prima le componenti essenziali per il gatto, proponendo quindi gli alimenti migliori da quel punto di vista, per poi continuare con la copertura degli altri fabbisogni.
Questo viene fatto dal veterinario che si occupa della formulazione della dieta, che prima dovrà aver valutato tutte le necessità, comprese quelle legate alla patologia, del vostro gatto, per essere sicuri di non incorrere in errori.
Alcuni veterinari preferiscono non formulare una sola dieta per gatti, ma proporne più di una con diversi, da somministrare a giorni alterni: in questo caso le diverse diete potrebbero essere carenti di alcuni nutrienti, ma complementari tra loro, quindi nel complesso abbiamo una copertura completa dei fabbisogni ma, dall’altro lato, anche una maggiore variabilità nell’alimentazione del gatto.
Al termine di tutto l’iter, quello che rimane è una dieta (o più di una), composta dal quantitativo giornaliero, espresso in grammi, di ogni singolo alimento che abbiamo inserito: un ricontrollo finale relativo al gatto in questione permetterà di stabilire, con una specie di “procedimento a ritroso” (una “prova del nove”) se quello che abbiamo dato sia effettivamente in grado di soddisfare i fabbisogni, quindi la dieta viene consegnata al proprietario che provvederà a metterla in pratica, per il proprio gatto.
Leggi anche: Dieta del gatto, perché rivolgersi al veterinario
Cambio di alimentazione del gatto
Quando un gatto già da anni è abituato ad una alimentazione industriale, ci sono dei “tempi tecnici” che l’animale richiede per abituarsi alla nuova alimentazione casalinga.
Il gatto, in generale, è spesso diffidente verso una nuova alimentazione, e alcuni gatti impiegano anche un mese di tempo per arrivare ad abituarsi alla nuova dieta fatta in casa.
Quando questa è stata seguita per alcuni mesi, viene fatto un ricontrollo (dopo un periodo variabile in base alle diverse necessità del gatto) per verificare le condizioni di salute del gatto (eventualmente in relazione ad una patologia che ha), e nel caso la dieta viene modificata in base alle nuove necessità specifiche.
Perché la costante fondamentale è sempre quella per cui ogni gatto è diverso dall’altro, necessariamente ogni gatto ha una sua dieta che, per quanto simile, non corrisponde a quella quella dell’altro gatto.
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Buonasera, mi chiamo Alessandro, ho trovato estremamente interessante l’articolo, soprattutto per la sintesi dei punti focali che riguardano la fisiologia del gatto.
Vorrei però fare un appunto: avrei aggiunto una lista di alimenti commestibili e non, in modo da avere un’idea di ciò che si potrebbe reperire ?
Grazie mille per la condivisione del suo sapere.